ARMANDO PERNA, UN NATALE DA CAPITANO GIALLOBLU’

Foto Modena FC 2018

Il simbolo della rinascita del Modena, trait d’union con gli anni della serie B, è sicuramente Armando Perna, richiamato in estate da Doriano Tosi per diventare una bandiera attorno alla quale ricostruire la squadra. E, nonostante avesse richieste anche dalla C, il capitano non ci ha pensato due volte a tornare nella squadra di quella che è ormai diventata la sua città. “E’ vero – conferma Perna – con il Modena c’eravamo lasciati male perché, dopo il mio miglior campionato in gialloblù, la nuova proprietà, era il primo anno di Caliendo, non mi rinnovò il contratto, nonostante ci fossero delle cose scritte. Io mi sono rimesso in discussione, l’anno scorso ho fatto una buona stagione a Mestre in C, ma quando mi ha chiamato il Modena, con gente seria e un progetto serio, non potevo dire di no. Col direttore ci siamo sempre detti che giocherò finché ce la farò per poi passare in società”. 

Armando, ti ricordi quando sei arrivato a Modena?

Si certo, era fine agosto del 2004, subito dopo la retrocessione dalla serie A. Mi chiamò Stefano Pioli, che avevo avuto a Salerno, persona che stimo tantissimo e con cui ci sentiamo ancora. A Modena c’ero passato diverse volte perché era la città del mio ex procuratore Beppe Accardi e mi era sempre piaciuta, al punto che alla fine ci sono rimasto a vivere. 

Quando hai preso la decisione di fermarti qui?

Con la mia ex moglie stavamo mettendo su casa a Salerno, poi ci siamo separati e io a Modena mi ero già fatto diversi amici anche fuori dal calcio. Quindi ho deciso di mettere le radici qui. 

Il ricordo più bello e quello più brutto dei tuoi anni in gialloblù?

Il più brutto, la partita con il Treviso del primo anno, quando subimmo il pareggio di Reginaldo all’ultimo minuto. Io ero squalificato e mi dispiacque molto non poter aiutare i miei compagni, visto che poi ad Ascoli perdemmo i play off che quell’anno, causa scandali e fallimenti, avrebbero garantito il ripescaggio in serie A. Il più bello sicuramente la miracolosa salvezza di Trieste. 

Chi era il tuo idolo da ragazzino, il tuo modello come difensore?

A casa mia siamo tutti milanisti sfegatati, quindi ho sempre tifato per Franco Baresi, che in quegli anni era un modello per i difensori. Poi, successivamente, Nesta e Cannavaro. 

Cosa ti piace in particolare di Modena?

Mi piace tutto, le persone, il mangiare, il fatto che è una città tranquilla. Vivo in centro, sono stato uno dei primi calciatori a prendere casa lì, poi mi hanno seguito diversi altri, anche di sponda sassolese. Alla mattina faccio i miei giri, i miei bar, il Cenacolo, il Mon Cafè, Giusti, i negozi di abbigliamento di amici, quelli che chiamo “i miei uffici”, dove se uno mi cerca mi può trovare. Semmai mi manca il mare della Sicilia, ma ho la fortuna di fare un lavoro che a fine maggio mi consente spesso di staccare e tornare nella mia Palermo. Quindi Modena è una città perfetta per le mie esigenze. 

Il Natale dove lo passerai? 

Per la prima volta dopo alcuni anni nel periodo natalizio non gioco, quindi lo passerò al mare in Sardegna, dove vive mio fratello, assieme a lui, mia sorella e mia mamma. 

Avete una tradizione o un piatto particolare per il Natale?

In Sardegna di solito mangiano il maialino o la pecora. Sono molto “selvaggi” nel mangiare, come dico sempre a mio fratello. Io però ho un incarico importante, portare i tortellini, il parmigiano e l’aceto balsamico. Quindi la tradizione modenese mi seguirà anche là. 

Grazie Armando e Buon Natale

Grazie a voi e buon Natale a tutti i modenesi

(GB)

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