
L’ ultima stagione del Castelfranco calcio aveva fatto sognare i tifosi, ma la squadra ha ceduto proprio sul più bello. “E’ davvero difficile capire cosa sia successo – ci spiega il Presidente Paolo Chezzi – l’unica cosa che possiamo fare è superare il momento e fare del nostro meglio nella prossima stagione”.
Quali sono, quest’anno, gli obiettivi della squadra?
Dopo l’amarezza dell’anno scorso, l’obiettivo è fare bene senza proclami. Infatti la scorsa stagione credo avessimo la squadra migliore, ma nonostante tutto siamo arrivati terzi. Inoltre quest’anno non sappiamo ancora il girone che ci toccherà, e nel girone A penso si trovino squadre più forti della nostra.
Qual è il livello dell’eccellenza?
In generale l’eccellenza ha un buon livello, ma che cambia profondamente caratteristiche da un girone all’altro. In pratica si può dire che il girone B è molto fisico, punta più sulle capacità atletiche del giocatore. Nel girone A invece la tecnica la fa da padrona e molte partite vengono decise da una strategia basata proprio su questo. Le squadre più pericolose a mio avviso sono Nibbiano, Piccardo, Bagnolese e Rolo.
Sul mercato avete già fatto acquisti importanti…
Abbiamo decisamente cambiato molto rispetto alla scorsa stagione. Abbiamo preso due attaccanti nuovi, un esterno nuovo, tutti ragazzi giovani e dalle ottime prospettive. Dietro invece abbiamo apportato poche modifiche. Diciamo che gli over, gli atleti oltre i 25 anni, sono giocatori che tutti gli anni sono liberi, quindi vanno dove vogliono e c’è una maggiore libertà di mercato. Per quanto riguarda i giovani invece, ne prenderemo un paio dal Modena, uno dal Sassuolo e altri senza allontanarci troppo.
Che importanza ha per voi il settore giovanile?
Guardi io quest’anno porto in prima squadra due allievi, due giocatori che dovrebbero andare negli juniores ma a cui faccio fare il doppio salto, facendoli giocare direttamente in eccellenza. Uno fra l’altro è di Castelfranco e si chiama Tesone. L’impatto delle squadre giovanili è enorme. Pensi che abbiamo 20 squadre, quasi 300 ragazzi che giocano a calcio e di cui ci occupiamo sia a livello sportivo che educativo. È chiaramente un grande impegno, oltre che una responsabilità. Noi, come si può evincere da questi numeri, diamo la primaria importanza da sempre a un settore giovanile fatto bene, che dia spazio a tutti, non solo a chi ha le qualità per fare carriera. Per noi è un impegno sociale, un servizio alla città, alle famiglie e alla nostra comunità.
Cosa si sarebbe potuto fare di più in questa stagione per fare il salto di categoria?
Guardi le dico la verità, sono 40 anni che faccio calcio e non so trovare una risposta a questa domanda. Non abbiamo avuto neanche degli infortuni. È stato un momento a cavallo del girone di ritorno, in cui abbiamo perso diverse partite di fila con le ultime squadre in classifica. Io non mi so dare una spiegazione valida, ho provato a fare un’analisi dettagliata, in tutti i settori, ma niente. L’unico aspetto che potrebbe averci penalizzato è un richiamo di preparazione a Natale fatto male, ma non spiega comunque un calo di questo livello.
Avete un buon tifo?
L’anno scorso purtroppo, giocando sempre fuori, perché non avevamo il campo, è stato abbastanza ridimensionato. Quest’anno ci auguriamo di ritrovare le persone che venivano l’anno prima quando giocavamo in casa.
di Francesco Palumbo
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