EDITORIALE – MODENA CI SIAMO, L’ANNO ZERO E’ QUESTO

Dopo la morte del calcio a Modena, pare che la nuova società abbia tutte le carte in regola per far rinascere un Modena strutturato e duraturo

Una luce piccola ma intensa. Il Modena sta rinascendo e lo sta facendo nel migliore dei modi. Quel lumino che inizialmente era targato “Impero Romano e Salerno” ora può contare anche su due ulteriori fondamenta come Morselli e Galassini e pian piano si sta facendo largo tra quell’intenso nero che ormai da anni aleggia intorno al calcio Modenese. In appena quattro anni si è passati da annusare il profumo della massima Serie fino al tracollo radicale che ha portato la squadra al di sotto dei minimi storici. Una morte umiliante, prosciugata di ogni briciolo di orgoglio da tutti i punti di vista tanto che la vicenda è finita addirittura su quotidiani internazionali a causa dello sfratto dallo Stadio Braglia. I vecchi colori gialloblu uccisi e le carte del tribunale fanno da lapide ad una delle cinque società italiane che fino a Novembre dell’anno scorso non erano mai fallite.

Sei mesi di limbo, con tante voci che si spargevano a macchia d’olio ma nessuna certezza, fino al 18 Maggio scorso. La Pro Modena vince il bando e si aggiudica la rinascita della squadra. Poter rivedere una società Modenese DOP e assicurata da imprenditori del calibro internazionale come Sghedoni ed Amadei ha certamente sbloccato una situazione di stallo che a Modena durava da troppo tempo e che nuoceva ai tifosi, al Comune e alla città stessa. Lo stesso presidente Salerno, già promesso sposo dei colori gialloblu durante la gestione Caliendo, ha dichiarato che la città ha bisogno del calcio giocato e dello spettacolo dello Stadio Braglia pieno: vicissitudini al di fuori del pallone che rotola verso la rete hanno completamente staccato la città dall’amore per il calcio. Senza nulla togliere alla Rosselli Mutina che ha avuto i suoi momenti di gloria durante questa fase di stallo, è veramente difficile dover pensare alla Ghirlandina senza affiancarla ai colori giallo blu o ad un canarino che vola.

L’aria di svolta c’è, si sente. Lo scetticismo iniziale, chiunque fossero stati gli imprenditori presenti, non si può biasimare soprattutto in termini di promesse. E qui rigiro il dito nella piaga, ripensando a tutte quelle barzellette (riderci sopra per sdrammatizzare, non perchè facessero effettivamente ridere) raccontate da C.& co. Basti ricordare i possibili compratori Svizzeri, Arabi, Russi e compagnia, per non parlare del calciomercato con “Ebagua che aveva già firmato per noi ma ha sognato di dovere andare a Bari” oppure ” il padre di Galabinov ha deciso tre minuti dopo la fine del calciomercato”. Tantissime promesse, nessuna mantenuta. Ed è su questo che l’aria di svolta sembra esserci per davvero. Oltre all’ingresso nuovamente nello Stadio Braglia, cosa che tutti potevano dare per scontato fino ad appena un anno fa ma poi si sa come è andata a finire la faccenda, è lampante il fatto che i fondi ci siano. In chiave mercato, i canarini si sono aggiudicati i due capocannonieri del Girone D e del Girone B dell’ultima stagione di Serie D, rispettivamente Lauria e Ferrario. Una coppia che ha segnato in totale 53 gol ed ha portato le rispettive società nelle parti più alte della classifica.

Per intenderci, c’è ancora tutto da dimostrare perchè il campionato inizia a Settembre, però le fondamenta pare siano molto salde. Merito dell’amore da parte dei componenti della società verso la terra e colori che li hanno visti crescere, sudare e diventare ciò che sono ora. La passione per i colori è la chiave fondamentale.

Modena ci siamo, l’anno zero è questo.

 

Andrea Pellacani

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