GANACETO, BORGHESAN: “IL GRUPPO HA FATTO LA DIFFERENZA. LA DIRIGENZA HA COMPIUTO UN LAVORO STRAORDINARIO”

Il Ganaceto, al termine di una stagione fantastica, ha vinto il campionato di Prima Categoria e ha conquistato la Promozione. Un risultato inatteso, visto che gli obiettivi di inizio stagione erano ben diversi. La nostra redazione ha intervistato uno degli artefici di questo traguardo, il tecnico Gianluca Borghesan, che ci ha parlato del presente e del futuro della squadra.

A inizio stagione la promozione era vista come un’utopia oppure ci credevate?

Personalmente io ci credevo, ma nessuno ci dava per favoriti. Sopratutto quando il centravanti titolare che avevamo ingaggiato in estate si è presentato con un crociato rotto. Inoltre non c’era più bomber Turci, autore di 29 reti l’anno prima, e io ero un allenatore all’esordio in Prima Categoria. Adesso tutti vogliono salire sul carro del vincitore. Il segreto di questa squadra è un super gruppo di ragazzi amici che non hanno mai mollato. Gli unici che meritano di stare sul carro sono loro e la società. Ganaceto è una realtà di sole 700 persone che gioca nel campo della chiesa, tanto per dare un’idea della nostra impresa. Da calciatore qui avevo già vinto un campionato di Terza Categoria, si vede che Ganaceto è nel mio destino.

Lei ha giocato nel Ganaceto, ha fatto il vice allenatore e ora ha vinto un campionato da tecnico. Si sente un po’ una bandiera di questa squadra?

Un po’ si, come detto ho giocato qui 4 anni prima di sedermi in panchina. Tra l’altro sono “sposato” con una ragazza di Ganaceto, a testimonianza di come questo paese rientri nel mio percorso di vita. Però le vere bandiere sono i dirigenti, i quali hanno giocato tutta la vita qui, mentre io ho militato anche in altre squadre. Certamente a Ganaceto mi sono tolto molte soddisfazioni.

Qual è stato il punto di forza del Ganaceto quest’anno?

Questa squadra non ha avuto giocatori che hanno assunto il ruolo di trascinatori, basti pensare che nessuno è arrivato in doppia cifra come segnature. I ragazzi si sono sempre aiutati l’uno con l’altro, compresi quelli che hanno giocato poco. Faccio il nome di Bassini Matteo che, pur avendo giocato solo 180 minuti, ha saltato quattro allenamenti in tutto l’anno e in panchina ha sempre incitato i compagni. Il legame tra questi ragazzi è stato il segreto della nostra vittoria. La forza del gruppo ha permesso di rialzarsi nei momenti di difficoltà.

Vede qualche analogia con la Rosselli Mutina?

Sinceramente non ho mai visto giocare la Rosselli, ma penso che sia stata costruita per vincere il campionato. Noi eravamo una neopromossa che puntava principalmente a salvarsi. Gli obiettivi iniziali erano molto diversi.

Quale momento le ha fatto capire che l’obiettivo di inizio anno poteva mutare?

Abbiamo vinto a Ravarino nell’ultima giornata del girone di andata e lì abbiamo capito di non avere nulla in meno delle altre. Ma la vera svolta è stato il mercato invernale, dove abbiamo preso giocatori importanti come Bonissone. Inoltre abbiamo accorciato la rosa, lasciando partire qualche scontento, cosa che ha cementato il gruppo. Grande merito va al direttore sportivo Gabrielli, che ha condotto la campagna di rafforzamento invernale.

In vista della prossima stagione quali obiettivi vi ponete?

A me piacerebbe rimanere qui, tuttavia prima dovrò ottenere il patentino per allenare in Promozione. A Modena non fanno il corso da settembre 2015, dunque non ho mai potuto aggiornare la mia licenza di allenatore di base. Mi sembra assurdo che non possa allenare in una categoria che ho conquistato sul campo. Purtroppo però di deroghe non ne concedono, dunque vedremo come fare. Per quanto riguarda l’anno prossimo sarà compito dello staff dirigenziale programmare tutto. Chiudo dedicando la vittoria al presidente Artemio Tassoni, il primo tifoso della squadra. Non ci ha mai fatto mancare nulla, raramente ho visto una società così vicina alla squadra. Se a Ganaceto esiste il calcio, il merito è suo.

Di Mattia Giovanardi

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