IL CALCIO SECONDO FRANCO IACOPINO

Cinquantuno campionati da dirigente, in gran parte passati alla Reggina, un riconoscimento ricevuto dall’Uefa nel 2004, un libro sulla storia degli amaranto scritto a quattro mani con il giornalista Eugenio Marino. Franco Iacopino il calcio lo conosce davvero come le sue tasche e da diversi anni ormai ha messo la sua esperienza al servizio del Modena. Domani sera si rinnova quello che, per lui, è più di un derby, la sfida del Granillo contro la Reggina. Per l’occasione quindi ripubblichiamo una sua intervista uscita su un numero di Vivo di qualche tempo fa. “Sono arrivato a Modena nel 2006 chiamato da Baraldi”, racconta Iacopino. “Ho trovato una società a misura d’uomo che mi ha consentito di continuare il mio percorso professionale in maniera abbastanza impegnativa, ma tranquilla. Sono molto contento di essere al Modena anche perchè ho notato che il mio impegno è stato apprezzato da buona parte dei modenesi, se non tutti”.

Come è entrato nel mondo del calcio?
Ho iniziato come calciatore nel settore giovanile della Reggina. A 19 anni, non avendo più la possibilità di andare avanti come giocatore, sono rimasto in organico come addetto ai lavori. Ho iniziato così un percorso professionale che mi ha portato fino alla prima squadra dove ho ricoperto tantissimi ruoli compresi quelli di direttore generale e persino di presidente, per qualche mese negli anni ‘80, in un momento di crisi della società in cui bisognava assolutamente che qualcuno si prendesse questi oneri. Poi, dopo 42 anni, a causa di qualche contrasto con l’attuale presidente, il rapporto si è interrotto e io, dopo un’esperienza al Catanzaro, sono venuto a Modena.

Il presidente è Lillo Foti con cui ha lavorato a lungo. Che personaggio è?
Intanto posso dire, senza superbia, che è stato lui a lavorare con me. E’ arrivato alla Reggina in un momento di grande difficoltà assieme ad altri giovani imprenditori. Lo abbiamo accolto e istruito. Lui stesso riconosce che è entrato nel calcio da profano e ha trovato una guida proprio nel sottoscritto. Arrivati in serie A, qualcosa ha cominciato a scricchiolare a livello gestionale. Lui ha imparato le regole del gioco ed è andato oltre. Io sono un uomo di sport e altre situazioni non mi interessavano. Quando ha preso altre vie con me ha chiuso.

Ha conosciuto tanti personaggi che hanno fatto la storia del calcio. Ricordiamone uno: Tommaso Maestrelli…
Si ho contribuito io al suo ingaggio. Con lui la Reggina conquistò per la prima volta la serie B. Secondo me non era un grande stratega, ma aveva una carica umana incredibile e fece dello spogliatoio la forza trainante della squadra. Queste doti lo portartono a vincere anche a Foggia e soprattutto alla Lazio dove conquistò uno scudetto con una squadra in cui tutti i giovedì nelle partitelle di allenamento i giocatori, i vari Chinaglia, Wilson, Re Cecconi, si prendevano a cazzotti. Me lo raccontava lui stesso per telefono.

Un altro nome e cognome: Luciano Moggi…
L’ho conosciuto benissimo, non ho nessun problema a dirlo. Aveva i suoi metodi di lavoro, ma devo dire, anche molto rispetto per quello degli altri. Con lui non ho mai aspettato una volta, non ha mai disatteso gli appuntamenti o la parola data. Facevi una trattativa, se eri più abile tu la portavi a tuo vantaggio, se era più abile lui la portava a vantaggio suo.

Ha partecipato attivamente anche al calciomercato?
Certo. Ho fatto 51 campionati e sono stato presente in tutti i ritiri delle squadre e in tutte le sessioni di mercato. Ad iniziarlo fu un presidente del Palermo, Lanza di Trabia, che riceveva nel suo appartamento all’Hotel Gallia di Milano i presidenti di altre società. All’inizio si poteva entrare solo con la cravatta. La prima volta io, che avevo solo 20 anni, ero senza e fui cacciato fuori. Con i pochi soldi che avevo andai a comprarne una in una bancarella in centro, tornai al Gallia e riuscii ad accedere al mio primo calciomercato. Allora c’erano i mediatori. Poi sono venuti fuori i procuratori. Io ho imparato moltissimo dal dr Bonetto, direttore della Lega negli anni ‘50 e ‘60, poi direttore generale del Torino di Pianelli, quello dello scudetto del ‘76, e infine procuratore.

Torniamo al Modena. Le faccio tre nomi: Baraldi, Amadei e Gibellini…
Tre personaggi assolutamente diversi. Baraldi ha rappresentato il mio primo contatto con Modena. Amadei l’ho conosciuto qua e l’ho apprezzato molto. E’ stato una figura umana incredibile. Gibellini è stato uno dei nostri. E’ arrivato in un momento molto difficile e, con il suo entusiasmo e la sua modenesità, ha risvegliato l’ambiente contribuendo al raggiungimento di risultati importanti.

Secondo lei cosa servirebbe per tornare in A e restarci?
Innanzitutto è importante che il Modena società sia di Modena. Poi è necessaria una simbiosi tra squadra e città che nei momenti difficili è venuta un po’ meno. Sono convinto che, se i modenesi riuscissero a trasmettere la loro modenesità alla squadra il primo passo l’avremmo fatto.

Reggina-Modena, una sfida mai banale. Quella del 1972 ad esempio fu molto chiacchierata. Cosa successe?
Il Modena era già retrocesso, mentre la Reggina aveva ancora delle possibilità di restare in Serie B. Si parlò tanto di presunta combine, (fu uno 0-0 piuttosto scialbo ndr), ma personalmente posso dire che non ci fu nessuna irregolarità. Se poi qualcuno in campo non si è comportato correttamente non me ne sono assolutamente accorto.

Nel 2003/04 questo incrocio al Braglia causò l’esonero di Malesani…
Ero al Braglia quel giorno e fu una vittoria decisiva per la Reggina. Il Modena invece si era avviato verso la retrocessione e Kamara fallì anche il rigore del possibile 2-2.

Insomme sfide quasi sempre con un certo peso…
Le partite tra queste due squadre hanno sempre avuto una storia importante, basata sui valori in campo. A memoria, a parte la gara dello scorso anno in Coppa Italia, non ricordo un Modena – Reggina finito con uno scarto rilevante. Il mio augurio è di rivedere in un futuro prossimo entrambe le squadre nella massima serie. Sono sempre stati incontri caratterizzati dal grande rispetto reciproco.

GIOVANNI BOTTI
www.vivomodena.it