LUCA CALAPAI, LA FRECCIA DELLO STRETTO

Arrivato la scorsa estate dal Catania in comproprietà dopo una stagione di esperienza in Lega Pro nel Barletta, Luca Calapai, al primo anno di serie B, quando è stato chiamato in causa, ha saputo mettere in mostra le sue qualità di terzino dotato di corsa e personalità. Un giocatore con buoni margini di crescita che, a 21 anni, ha già alle spalle l’esperienza importante dell’esordio in serie A. “E’ successo a Catania, l’anno di Montella – racconta Calapai – entrai al posto di Bellusci contro l’Udinese e subito mi trovai di fronte a giocatori come Asamoah e Pasqual. Pensavo di essere più agitato, invece ero molto tranquillo, anche se il fatto che in campo c’erano campioni come Armero o Di Natale mi faceva un certo effetto. Un ricordo stupendo”.

Luca, quando è nata la tua passione per il calcio?
Ho cominciato a sei anni in strada con gli amici. Di fronte a casa mia, a Messina, c’era il campo della squadra del quartiere e, dietro a questo, c’era un piccolo campetto dove ci radunavamo noi ragazzi del luogo e facevamo partite e tornei. Poi sono entrato nella squadra del quartiere, l’S.S. Annunziata e, dopo un anno, sono andato nella scuola calcio del Messina. Lì ho fatto tutta la trafila fino ai Giovanissimi Nazionali, poi il Messina è fallito e io sono passato al Catania.

Un messinese nel Catania. Non è un po’ strano?
In effetti c’è una grande rivalità tra le due squadre, è un derby sentitissimo, però io non ho avuto nessun problema. Pensa che il secondo anno di Allievi Nazionali il mister mi diede addirittura la fascia da capitano.

Hai avuto qualche parente calciatore?
Mio zio giocava in porta e anche mio cugino. E’ stato portiere nel Messina in C1.

Da ragazzino eri tifoso del Messina?
Si, lo seguivo molto, anche perchè erano gli anni della promozione dalla B alla A, con Bortolo Mutti in panchina, e del settimo posto in serie A. Andavo spesso a vedere le partite allo stadio.

Di quali giocatori avevi il poster in camera?
Avevo quello della squadra del Messina, di Alessandro Parisi, il terzino, di Storari e Zoro. Ce li ho ancora. Tra i grandi però il mio modello è Maicon. E’ fortissimo.

Al Barletta, la tua prima stagione intera in prima squadra. Com’è andata?
E’ stato un anno veramente difficile, ho cambiato tanti mister e direttori e ci siamo salvati ai play out. Un anno duro che però mi è servito ed ho anche dei bei ricordi.

A Barletta c’era Molina che hai ritrovato qui a Modena…
Salvatore l’ho conosciuto l’anno scorso. Lui però era arrivato dopo il ritiro estivo. Poi ci siamo ritrovati qui a Modena e adesso è il mio compagno di casa.

In estate il passaggio al Modena, come l’hai vissuto?
Sono stato subito molto contento, anche se, essendo la prima volta che giocavo in una squadra del Nord, all’inizio mi faceva un certo effetto. Devo dire che mi sono ambientato benissimo. Modena è una città molto bella dove si sta bene. Come altri canarini abito in centro. Ho tutto vicino, compreso lo stadio che posso raggiungere in bici. Con i compagni poi si è creato davvero un bel gruppo. Spesso ci troviamo anche al pomeriggio dopo l’allenamento.

Il tempo libero come lo passi?
Mi piace andare fuori a cena con i compagni e alla domenica sono andato spesso allo stadio a vedere le squadre di serie A, Sassuolo e Bologna. In particolare quando sono venute le grandi come Milan, Napoli e così via.

Segui altri sport?
Il calcio è quello che mi da più emozioni però cerco di conoscere anche gli altri. Ad esempio, di recente, ho visto per la prima volta dal vivo la pallavolo di alto livello, Casa Modena contro Macerata. Ogni tanto gioco a ping pong, a casa di Babacar che ha il tavolo o in una saletta qui a Modena. Io ho battuto “Baba”, ma ho perso con Burrai.

I Social Network li usi?
Sono su Facebook e Instagram, però non mi piace postare troppe cose. Sono abbastanza riservato.

E se non avessi fatto il calciatore?
Me lo sono chiesto anch’io, ma non mi sono dato una risposta. Mi piace troppo il calcio.

GIOVANNI BOTTI
www.vivomodena.it

(foto dal sito ufficiale del Modena www.modenafc.net)