Quella che sta terminando è sicuramente la settimana più complicata e pesante da quando è rinato il nuovo Modena targato Salerno & co. , esattamente un anno fa. Il 18 maggio del 2018, in un caldo giorno di primavera, nello studio dell’avvocato Lotti erano presenti mister Safim, Sghedoni, Amadei e Tosi pronti a sottoscrivere tutte le carte per dare inizio ad una nuova pagina della storia gialloblu.
Le aspettative erano altissime: dopo anni di sacrifici e umiliazioni, il popolo canarino non si è più vergognato di portare addosso il giallo ed il blu ed era pronto per una cavalcata storica. Moltissimo entusiasmo sulla piazza, tanto supporto da parte di tutta la città e dai propri tifosi, tornati in grandissimo numero dopo le ottime premesse, per una corsa che pian piano ha dovuto abbandonare le sembianze di un sogno per scontrarsi con una dura realtà chiamata Serie D. Una categoria, dura, fisica e dilettantistica, totalmente estranea alla maggior parte delle persone che seguono il Modena per tifo o per lavoro. Però è facile dirlo adesso, arrivati all’ultima curva prima del traguardo.
La ferita ancora è sanguinante, brucia ma non è insanabile. La sconfitta nello spareggio contro la Pergolettese ha fatto (e farà, non nell’immediato) saltare molte teste, in primis quella di mister Bollini.
Si sa, a Modena è difficile che le cose girino per il verso giusto: lo racconta la storia recente, datata a non più di un anno e mezzo fa, con il fallimento societario e tutte le vicende a seguito. Un passo di storia che, per fortuna, ormai è archiviato. L’arrivo della proprietà attuale ha sicuramente portato un vento nuovo, entusiasmo, positività e serietà oltre che ad un grandissimo impegno sia dal punto di vista rappresentativo che economico. Purtroppo, però, anche chi ha i migliori propositi può incappare in errori perchè errare humanum est soprattutto se ti accingi per la prima volta in un compito con così tanta pressione e con così poco margine di errore, soprattutto con poca esperienza alle spalle. Ma le seconde chances capitano una volta ogni tanto, raramente. Qui si parla di una società composta da tanti membri e collaboratori e gli errori sono spartiti, in maniera più o meno equa, tra tutti i componenti.
Non si può parlare di stagione fallimentare fino a quando non saranno stilate le graduatorie per i ripescaggi in Serie C. Perchè il primo obiettivo del Modena, da inizio stagione, è quello di tornare tra i professionisti, in un modo o nell’altro, con la via preferenziale della vittoria del campionato. Ma non bisogna dimenticarsi del fatto che la partita è ancora aperta, il destino è per la maggior parte tra le mani di mister Malverti e giocatori. Se la Serie D deve essere solo una categoria di transito è indispensabile che tutte le persone che hanno cuore il Modena, dai tifosi, alla società, ai calciatori, ai media (e sottolineo chi ha a CUORE il Modena, non chi cerca di creare ancora più tensione con determinate richieste) remino verso l’obiettivo comune.
C’è un però in tutta questa stagione, che è giusto sottolineare adesso ad acque calme e a quasi una settimana dallo spareggio. Al Modena sono contestabili le sconfitte con il Classe ultimo in classifica, il pareggio con la Vigor Carpaneto a tempo ormai scaduto e altri episodi, ma bisogna dare a Cesare ciò che è di Cesare in questi casi. Il campionato della Pergolettese è stato qualcosa di irripetibile: 15 vittorie tra dicembre e fine marzo, intervallate solamente dalle sconfitte contro il Modena e contro l’OltrepòVoghera. Dati che difficilmente si riescono a riscontrare in altri campionati non solo italiani, ma europei.
I canarini sono riusciti a giungere a pari punti e in vantaggio con gli scontri diretti, differenza reti e qualsiasi altro parametro che in un campionato normale avrebbero permesso alla squadra gialloblu di essere direttamente promossa in Serie C. In quel caso difficilmente si sarebbe parlato di fallimento ma di un vero e proprio “miracolo” sportivo, visto le condizioni di classifica a poche giornate dal termine del girone di ritorno.
Domani c’è una partita al Braglia, con valore forse maggiore rispetto al match di Novara dato che non ci saranno ulteriori chances per effettuare il salto di categoria. Nessun altro playoff, nessun ripescaggio, nient’altro. La serie C va agguantata in tutti i modi: se “il fine giustifica i mezzi”, allora si è ancora in tempo per rimediare in extremis agli errori di una stagione intera. Modena – Fiorenzuola è la partita che vale tutto, non si può più sbagliare: ora per davvero.
Andrea Pellacani
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