MODENA, MAESTRONI: “A VEDERE OGGI I GIALLI PROVO TANTA TRISTEZZA”

Quando le cose nel presente non vanno bene, a volte è dolce immergersi in ricordi passati di tempi migliori. Si, perchè tanti anni fa, precisamente nella stagione ’79-80, un Modena giovane e gagliardo, pur militando nella vecchia serie C2, inizia un percorso di crescita che lo porterà a superare uno dei momenti più difficili della propria storia. Quell’anno il Modena viene promosso superando in classifica proprio il Padova, prossimo avversario dei gialloblù. La redazione di modenasportiva.it ha contattato Cesare Maestroni, ex giocatore gialloblù, per parlare di quella stagione e dei problemi del Modena attuale.

Come ha visto il Modena in queste prime giornate?

“Ho visto qualche partita in televisione e posso dire che non ha offerto un bello spettacolo. Non sono venuto allo stadio in queste prime giornate, sia per impegni con la mia squadra, sia per altri motivi”.

Sabato il Modena è atteso dalla trasferta di Padova, ha sensazioni positive riguardo l’esito finale?

“Il Padova ha una squadra dai valori tecnici superiori a quelli del Modena. Ho ancora legami con la città e so che da poco tempo sono usciti da una situazione paradossale e ridicola. Hanno vinto le ultime due gare facendo sei punti in una settimana e sappiamo che il campo cancella molte cose. Non mi sbilancio a fare un pronostico, vedo comunque i biancorossi favoriti. La Lega Pro è un campionato molto particolare e i risultati lo dimostrano, non c’è nulla di certo”.

Che ricordi ha della vittoria all’Appiani della stagione ’79-80?

“Ricordo la curva dello stadio stracolma, tanto da far impressione a giocatori giovani come il sottoscritto. Quella stagione del Modena era molto simile a quella di quest’anno. Noi venivamo da due retrocessioni drammatiche e quello fu l’anno zero. Avevamo una società composta da gente seria e una squadra creata con pochi proclami. Il campionato era composto da squadre simili a oggi, qualcuna di blasone, qualcun’altra di paesini sperduti nella Pianura Padana. Nella gara di andata c’erano quindicimila spettatori, al ritorno penso ventimila, tanto per dare un’idea di come i tempi siano cambiati”.

Avevate un po’ di timore a scendere in campo in uno stadio così pieno?

“Il timore non deve far parte del DNA di un calciatore, un professionista non deve lasciarsi condizionare da simili situazioni. Quando esci dallo spogliatoio e ti trovi davanti questa marea di gente non puoi che provare sensazioni eccezionali. Poi come ciliegina sulla torta abbiamo anche vinto, quindi è stata una giornata davvero straordinaria”.

Il Modena di quest’anno sembra puntare sui giovani, proprio come quel Modena di tanti anni fa. E’ la strada giusta per ripartire?

“Io mi auguro per il Modena che questa sia la strada giusta, ma in tutta sincerità penso si tratti di un percorso forzato. Io, Cuoghi e Notari ai tempi abbiamo esordito perchè eravamo bravi, c’era dietro un progetto che puntava a far emergere i giovani. Non so se i ragazzi di oggi giochino nel Modena per meriti sportivi o perchè semplicemente non ci sono alternative. Penso che la squadra sia stata costruita un po’ alla bell’e meglio”.

Quindi ritiene che si potesse fare meglio in sede di mercato?

“Al giorno d’oggi ci vuole poco per informarsi sulle statistiche di un giocatore. Basta guardare quanti gol hanno fatto gli attaccanti attuali prima di approdare in gialloblù. Nel calcio non s’inventa nulla. Il Modena ha portato a casa terze, quarte e quinte scelte di altre squadre. Poi ci sono giocatori che stanno facendo bene, come Cossentino e Accardi. Ma, con tutto il rispetto, penso non si debba illudere la gente. Quando vedo il Modena oggi mi pervade un sentimento di tristezza e desolazione. Per fare un esempio, il terreno del Braglia è sempre stato uno dei migliori in Italia. Oggi è ridotto malissimo. Ai miei tempi quando giocavamo contro il Monselice o l’Aurora Desio c’erano diecimila persone allo stadio, adesso si arriva a stento a duemila. Sono davvero amareggiato di vedere il Modena ridotto in queste condizioni”.

Di Mattia Giovanardi