
Messa da parte la sconfitta di Cagliari, è andato in archivio un anno solare, di nome e di fatto, per il Sassuolo. Questo 2016 appena trascorso infatti lascia sulla pelle neroverde il timbro indelebile della prima partecipazione storica sul palcoscenico internazionale dell’Europa League, discendente della nobile Coppa Uefa. Un marchio troppo profondo che bilancia abbondantemente la posizione attuale di classifica e un inizio di stagione attuale così così. E che, pessimisti permettendo, ci porta a versare nel bicchiere di Squinzi un mezzo pieno, con un 2017 all’orizzonte da raddrizzare, e la spalla d’aiuto, possibilmente, della croce rossa. Ma ora, portiamo indietro la time machine a trecentosessantacinque giorni fa.
L’inizio del 2016 sembra l’immagine speculare della storia recente. La squadra sesta in classifica conquista un pareggio epifanico contro l’abbordabile Frosinone. Pareggio che viene cancellato nella memoria dallo sgambetto esterno di San Siro contro l’Inter, la quale abbandona le residue speranze del platonico titolo di Campioni d’Inverno. Il fautore dello 0-1 è Berardi, tifoso interista per beffa del destino, ma per i successivi tre punti bisognerà attendere fino al 21 febbraio, 41 giorni dopo San Siro. Nel frattempo tre sconfitte e quattro pareggi, mentre le emozioni del mercato invernale sono pressoché nulle. Arriva Marcello Trotta dalla B e poco altro.
I tre punti, come detto, tornano nella gara interna contro l’Empoli, con la parallela crescita di Defrel, sempre più protagonista. Seguiranno poi due vittorie nobili, contro Lazio all’Olimpico e Milan al Mapei. L’intermezzo negativo della transizione inverno-primavera si chiama Juventus Stadium, 1-0 bianconero, prima di chiudere la fase pre-pasquale con due risultati utili su Carpi ed Udinese.
L’abbuffata della festività principe della cristianità mette in leggera crisi la banda di Di Francesco, che perde colpi ad aprile. Cade a Reggio contro il Genoa e poi a Firenze, tornando a scaldare il motore solo nel turno infrasettimanale a Genova sponda blucerchiata, difendendo il punteggio di 0-0 e accaparrandosi un punto prezioso. È il preludio ad un rush finale sulla carta favorevole, contro Torino, Verona, Frosinone ed Inter, compagini dome o già spacciate. Le avversarie ideali contro le quali mettere sul campo tutte le proprie motivazioni vincenti.
Tali motivazioni si legano a doppio filo con i risultati sportivi della Juventus, apparentemente avulsi dal mondo emiliano. Infatti la finale di Coppa Italia, prevista dopo l’epilogo del campionato, vedrà di fronte Milan e Juventus. Nel caso in cui i bianconeri dovessero vincere la gara, libererebbero un posto in classifica ulteriore per la terza squadra italiana spettante d’Europa League. Il sesto posto, nello specifico. Che, a quattro gare dalla fine, è occupato dal Milan, incapace però di mantenerlo fino al termine, cadendo nella fatal Verona e lasciando proprio al Sassuolo la possibilità di sperare nel piazzamento europeo.
Gli emiliani non sbaglieranno più: infilano il Torino in Piemonte per 3-1, battono di misura le ultime della classe grazie a Pellegrini e Politano e chiudono trionfalmente al Mapei Stadium contro l’Inter con un bel 3-1, di nuovo grazie ai giovani centrocampisti ormai preventiva garanzia dell’anno venturo. 7 giorni dopo la finale di Coppa Italia sorride al Sassuolo, che, grazie alla vittoria dei campioni d’Italia, accedono alla fase preliminare di Europa League. Fondamentale l’apporto del trio Sansone-Defrel-Berardi, capocannonieri con 7 gol a testa.
Nella sessione estiva la banda si ridisegna, perdendo Sansone e Vrsaljko, due elementi fondamentali dello scacchiere. Gli acquisti, benché di prospettiva, ad oggi non si sono rivelati all’altezza, nonostante qualche bella sorpresa. Il calcio, però, è un gioco di squadra, e le note che singolarmente sarebbero anche liete, spesso non riescono a rendere vincente un intero pentagramma.
È così che dopo un avvio in scia del finale 2015-2016, da ottobre le cose hanno cominciato ad incrinarsi. L’asfalto, già bagnato, è diventato una tempesta che fa rima con infortuni. Nel frattempo, anche la bilancia della giustizia ci ha messo del suo, privando il Sassuolo di una vittoria sul campo per via di un tesseramento non in linea con le regole federali. Sconfitta a tavolino (Sassuolo-Pescara) e 3 punti in meno. La gioia della qualificazione in EL via preliminari viene presto rimpiazzata dalla cruda realtà. Questa fa sbattere il muso della società di Squinzi contro gli spigoli di una rosa troppo corta per tenere il ritmo del doppio impegno. La vittoria scintillante in apertura del girone F contro la corazzata Bilbao è solo uno squillo d’entusiasmo, l’unico, cui mancherà un reale proseguo. In trasferta solamente un punto, in casa la qualificazione viene compromessa da un difetto d’esperienza enorme contro il Rapid Vienna (da 2-0 a 2-2 nel finale). E così Di Francesco e i suoi ragazzi (ini, qualcuno…), salutano il palcoscenico Uefa. Senza troppi rimpianti, alla fine, ma con nuova esperienza in cascina. Da replicare, possibilmente.
In Serie A, vera arena di sanguinosa lotta, fino alla nona giornata del 2016-2017 il piazzamento recita di un’onesta metà classifica, seguita poi da una serie di sconfitte (sette in nove partite, più un pareggio a Napoli ed una vittoria contro il favorevole Empoli) che si protendono fino alle recenti ferie natalizie. Emblematica la gara di Marassi contro la Samp del 20 novembre: 0-2 fino all’81’, poi tre errori di attenzione mista a sfortuna trasformano la domenica da vincente a tragica.
Di Francesco ha chiesto nella sua letterina meno acciacchi e qualche elemento utile che possa sopperire alle lunghe mancanze di Biondini e Magnanelli. Ad esse si aggiungono altri nomi importanti, culminanti nel caso Berardi. La prima diagnosi, quella di fine agosto, parla di una distorsione al ginocchio, rivista poi in uno stiramento al collaterale. Prognosi superficiale e decorso sottovalutato, visto che le settimane diventano mesi. Quattro, per la precisione, con la speranza, malcelata ma taciuta per una scaramanzia da non è vero ma ci credo, di riaverlo appena dopo la sosta natalizia. Se non contro il Torino, alla prima di ritorno di metà gennaio.
La sosta, quantomai agognata, ha ridato fiato al tecnico ed ai suoi ragazzi, impantanati al sedicesimo posto con 17 punti all’attivo. L’anno scorso i punti, allo stesso punto, erano 29. Difficile pensare ad una replay dello scorso campionato. Difficile anche, in questo momento, pronosticare un traguardo nella metà di sinistra. Anche se gennaio ha regalato Aquilani e regalerà Berardi, di fatto un nuovo innesto, oltre a qualche altro pezzo di un puzzle che l’infermeria ha estirpato. Con una salvezza in mente che, nonostante la posizione odierna, non pare essere troppo ardua, considerati i ritorni, il valore delle ultime della graduatoria e un 2017 che migliorerà facilmente il bottino da agosto a dicembre.
Eleggiamo infine come migliori gare del 2016 sassolese Sassuolo-Inter 3-1, Sassuolo-Milan 2-0 e Sassuolo-Bilbao 3-0. La worst-3 è invece rappresentata dalla recente Cagliari-Sassuolo 4-3, seguita dall’imbarcata della Torino juventina per 3-1 e finendo con la compromissione della qualificazione europea al Mapei contro il Rapid, 2-2 il finale.
L’uomo in copertina è mister Di Francesco (come si evince anche dal nostro sondaggio online), che si sta consolidando alla guida tecnica di una compagine di provincia ma che, in tempi non sospetti, è già finito nel mirino di realtà con ambizioni di spessore. In campo menzione per Magnanelli, purtroppo recente vittima di un infortunio grave, per diligenza e per la scalata dalla C2 all’Europa con la stessa maglia. E, aldilà delle statistiche e dei casi mediatici, Mimmo Berardi resta l’uomo dal valore assoluto più elevato della rosa. Ergo, giocoforza, il reso più gustoso che il 2017 avrà in serbo.
di Gigi Ferrante
(foto tratta dal sito ufficiale Sassuolo)