‘CALCIO MASCHILE E FEMMINILE DIVERSI, MA…”, STEFANO SANTACHIARA INTERVISTA GIANPIERO PIOVANI

Pubblichiamo un ampio estratto di un’interessante intervista realizzata da Stefano Santachiara e pubblicato sul suo blog https://stefanosantachiara2.wordpress.com/ a Gianpiero Piovani, allenatore del Sassuolo calcio femminile. L’articolo-intervista integrale lo potete leggere cliccando qui.

L’aurora del 2020 per il calcio femminile, in Emilia-Romagna, è rappresentata dai gol e dallo spettacolo che baciano il cuore di Sassuolo. O di Sasol, espressione dialettale che comprime il toponimo del terzo comune della provincia di Modena per numero di abitanti. Questa città, oggi divisa fra la gloriosa ceramica e le scintille del calcio, pare l’anello di congiunzione fra arte manuale e fantasia, passato e futuro, così come il nome conserva una doppia origine: i termini latini saxum e solum rimandano al territorio roccioso, su cui probabilmente sorgevano i primi villaggi, e al petrolio, molto presente nel sottosuolo. Sia come sia, la ricchezza calcistica di Sassuolo attualmente sgorga da un altro binomio, quello che unisce, sotto il marchio dell’industria chimica Mapei, la squadra di Roberto De Zerbi e la formazione femminile. Le ragazze allenate da Gianpiero Piovani giocano nello stadio Enzo Ricci, costruito nel 1929 in piazza Risorgimento, in pieno centro storico.

La prima parte del campionato per il Sassuolo femminile è positiva, si va confermando il quinto posto della prima stagione. L’esordio casalingo del 2020 contro l’Hellas Verona si conclude 4-1 in forza di un gioco frizzante ed efficace, con tripletta di Claudia Ferrato e autogol provocato da un cross forte e teso di Martina Lenzini. Anche la portiere belga Diede Lemey risulta decisiva per alcuni interventi nei momenti di forcing delle scaligere. Passeggiando al termine dell’incontro, Piovani non si sofferma sulla mossa vincente di inserire Ferrato dopo neanche mezz’ora di gioco: “Prima della gara mi premeva di dire che le giocatrici più importanti sono quelle che vengono dalla panchina, già la scorsa partita Claudia era entrata confezionando l’assist del gol e procurando un rigore. Le ragazze sono tutte importanti: Diede è stata molto brava ma anche Nicole Lauria (la numero 12, classe ’99, nda) lavora bene, abbiamo un ottimo preparatore, Raffaele Nuzzo, a me piace che i portieri sappiano giocare coi piedi e loro si applicano molto bene, con voglia e determinazione”. Obbiettivo la permanenza nella massima serie, con la consapevolezza di poter confermare il quinto posto della prima stagione e di continuare a crescere. Il mister sottolinea: “Sempre con la massima umiltà”. Assieme alla caparbietà e alla visione di gioco, è uno dei tratti distintivi dell’ex bomber del Piacenza maschile di Gigi Cagni.
Ci ha sempre creduto, Gianpiero Piovani, fin da bambino, quando sgambettava nel campetto dell’oratorio di Orzinuovi, antica cittadina della provincia bresciana. “Sin da allora mi muoveva la passione: mamma Dina veniva a chiamarmi alle otto di sera in oratorio dicendomi che era pronto in tavola. Io dicevo “arrivo fra cinque minuti, poi continuavo a giocare a calcio fino alle dieci. Quando tornavo a casa, trovavo la tavola vuota e andavo a letto senza mangiare”. Gianpiero viene notato dagli emissari del Brescia, che lo inseriscono negli under. La prima partita in serie A reca la data del 14 settembre 1986. Al centro del rettangolo verde, a stringergli la mano, è il numero dieci del Napoli: Diego Armando Maradona. Il ricordo di Piovani è vivo più che mai: “Esordire a 17 anni in serie A con la maglia della mia città, Brescia, e contro Maradona che è stato uno dei migliori giocatori al mondo, è un’emozione indescrivibile. Credo che ci sia poco da dire. Ancora oggi mi viene la pelle d’oca”.

Piovani, in che modo il calcio femminile italiano può raggiungere i livelli che merita, ovvero quelli di nazionali come Stati Uniti, Olanda, Francia e Regno Unito?

Credo che per arrivare ai livelli delle top nazionali si debba lavorare ancora molto in ottica di forza e tecnica, mentre a livello tattico siamo avanti rispetto a loro e il mondiale appena giocato ha dimostrato questo…

Si unisce alla lotta per il professionismo delle calciatrici italiane?

Sicuramente le atlete, per la dedicazione e la voglia di migliorarsi che mettono durante gli allenamenti, meriterebbero di essere retribuite nel modo giusto e soprattutto tutelate sotto ogni punto di vista.

Il calcio resta un ambiente iper maschilista. Si sente spesso in tv o alla radio “va beh, ora passiamo a parlare di calcio vero”. Cosa risponde a questi uomini?

Si sbagliano perché la volontà e la passione che ci mettono le ragazze va oltre… I riscontri che ho avuto sono davvero straordinari.

Ha vissuto il calcio maschile e quello femminile, che differenze riscontra? Cominciamo dai campi: alcuni osservatori sostengono che siano troppo grandi.

Per quanto riguarda le misure del campo lascerei tutto così com’è anche perché le ragazze hanno capacità aerobiche importanti e velocità di esecuzione. È normale che a livello di forza non siano come gli uomini ma…

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