CARLO PINSOGLIO DA RISERVA A PROTAGONISTA DECISIVO

Carlo Pinsoglio è una delle tante scommesse vinte dal Modena quest’anno. Partito per fare la riserva a Manfredini si è guadagnato ben presto i galloni del titolare diventando uno dei protagonisti dell’ottimo campionato gialloblu a suon di parate, non ultimo il rigore neutralizzato a Sansovini del Novara che ha premesso ai suoi compagni di vivere con maggior tranquillità le ultime fasi della sfida vinta per 3-1. E dire che il 23enne portiere di scuola Juve il ritiro non l’aveva nemmeno iniziato con i gialloblu. “Il ritiro l’ho iniziato in Veneto – racconta – poi è arrivata l’occasione di venire a Modena e l’ho colta al volo. Qui conoscevo Mazzarani con cui sono stato nella nazionale under 20 di Rocca. E poi Costantino che era nelle giovanili della Juve. A Modena ti fanno stare tutti davvero bene, meglio di così non si potrebbe”.

Carlo, raccontami dei tuoi primi calci al pallone. Te li ricordi?
Certo. Nel cortile dell’asilo o anche a casa, in mezzo al corridoio con mio fratello, forse a spaccare qualche mobile. Da piccolino, sempre con mio fratello, feci anche un provino per una scuola calcio del Toro, ma alla fine andai a giocare nella squadra della città in cui sono nato, Moncalieri.

Anche tuo fratello gioca a calcio?
Si, gioca nel Borgaretto, in Promozione. E’ un terzino o un centrale di difesa. Anche mio padre da ragazzino ha giocato, però lui si è dedicato di più al football americano. Faceva parte dei Giaguari di Torino. A casa ha ancora tutte le armature.

Hai sempre giocato portiere?
No, i primi anni facevo l’attaccante. Poi in un torneino mancava il portiere, andai in porta io e da allora ci sono rimasto.

E il tuo passaggio alla Juventus?
E’ stato l’anno in cui il Moncalieri era stato promosso in C2. Mi fecero un provino e mi dissero subito di restare. Alla Juve sono rimasto 10 anni, gli ultimi due i più belli visto che ho vissuto vicino ai giocatori della prima squadra e ho rischiato anche di esordire in serie A contro Siena e Sampdoria.

Cosa significa essere nella Juve?
E’ una realtà molto più professionistica fin dalle giovanili. Ti insegnano tutto, a partire dall’educazione prima di andare in campo, o a tavola. Quando passi ad una società più piccola ti rendi conto della differenza.

Sei anche un tifoso dei bianconeri?
Lo sono fin da quando ero piccolo. Il mio modello è Buffon. E’ il più forte e ho avuto la fortuna di poterlo osservare da vicino negli allenamenti.

Dopo la Juve sei andato al Viareggio in C1, poi al Pescara di Zeman. Con lui hai avuto qualche problemino…
In realtà, anche se ho giocato poco, da lui ho imparanto tante cose, soprattutto a giocare con i piedi. Il suo è un gioco molto difficile, ci devi essere portato.

Al tuo attivo hai anche nove presenze nella nazionale Under 21. Ti ricordi l’esordio?
Certamente. Fu con Ferrara contro l’Inghilterra quando giocavo a Viareggio. Vincemmo 1-0. Una sensazione bellissima.

Qui a Modena come passi il tuo tempo libero?
Abito in centro e passo molto tempo con Agostino Garofalo e la sua famiglia. Abbiamo legato molto fin dal ritiro. Se mi vengono a trovare i miei genitori, mio fratello o la mia ragazza naturalmente sto con loro. Poi magari faccio una passeggiata o mi riposo in casa guardando la televisione.

In tv guardi molto sport?
In realtà no. Lo guardo giusto quando c’è la Champions League, il martedì o mercoledì. Per il resto guardo altre cose, un po’ di tutto.

I social network li utilizzi?
Si su facebook ci sono anch’io, ma lo utlizzo poco, giusto 10 minuti un quarto d’ora al giorno. Per contattare la mia ragazza, gli amici o mio fratello.

Se non avessi fatto il calciatore cosa avresti voluto fare?
A dire la verità non ci ho mai pensato. Ho il diploma da Geometra. Penso sarei partito da li.

GIOVANNI BOTTI
VIVO MODENA 30 OTTOBRE 2013

(Foto Vignoli dal sito ufficiale del Modena, www.modenafc.net)