
Davide Luppi è sicuramente uno dei giocatori canarini più in forma. Si è sbloccato contro il Novara, prima della sosta, segnando una doppietta e ha proseguito andando in gol nella sfortunata trasferta di Vicenza e realizzando il cross decisivo per Belingheri in occasione della rete del vantaggio contro l’Avellino. Gli errori sotto porta di inizio campionato sembrano solo un ricordo e, dalla partita di Perugia, il venticinquenne attaccante è entrato in pianta stabile nell’undici titolare di Hernan Crespo. “La stagione era iniziata abbastanza bene per quanto riguarda il gioco della squadra e anche le mie prestazioni, secondo me, erano state buone – racconta il Lupo – ma è ovvio che se un attaccante non fa gol e ne sbaglia diversi viene penalizzato. Il mister ha quindi fatto giustamente le sue scelte. Poi, più avanti, mi ha dato altre opportunità e lo devo ringraziare. Spero di aver ripagato la fiducia che mi è stata data”.
I tifosi comunque hanno sempre apprezzato la tua grinta e il tuo impegno…
Mi fa molto piacere. Modena è una piazza importante, spero di poter continuare su questa strada e che la squadra possa riuscire a regalare ai tifosi quello che meritano.
Torniamo un po’ indietro. Quando ti sei appassionato al calcio?
Verso gli otto anni, quando un amico mi invitò ad andare dove giocava lui. Ho iniziato a giocare a calcio più che altro per stare con gli amici, poi mi è cominciato a piacere sempre di più.
Qual’è stata la tua prima squadra?
La Due Ponti di Carpi. Mio padre è di Soliera e io, pur essendo nato nel bergamasco, ho sempre vissuto a Carpi. Poi, dopo aver fatto alcuni provini al Parma, è saltato fuori il Bologna che doveva fare la squadra dei ‘90. Una bella occasione che ho colto subito al volo.
Per che squadra tifavi da ragazzino?
Ho sempre avuto una passione per il Milan. Il primo regalo che ho avuto da mia sorella, appena nato, è stato un completino rossonero, per cui non poteva essere altrimenti. Il mio campione preferito era Rui Costa, il mio punto di riferimento calcistico nel periodo in cui stavo crescendo.
Al Sassuolo come ci sei arrivato?
A Bologna, dopo il primo anno di Primavera, ho avuto problemi con l’allenatore e ho cercato di andare via. A Sassuolo c’era Mandelli che ha fatto una grande pressione perchè andassi là. Lo devo ringraziare, per me è stato quasi come un secondo padre.
Il tuo esordio tra i professionisti invece dove è avvenuto?
A Manfredonia in C2, dove il Sassuolo mi aveva mandato in prestito. Ho fatto una buona stagione da esterno di attacco con sei o sette gol. Poi sono passato in C1 al Viareggio, dove però mi facevano giocare esterno di un 4-4-2, un po’ come Novellino l’anno scorso a Modena. Un ruolo che non si adatta granchè alle mie caratteristiche.
Dopo tre campionati tra C2 e C1 e un’altra stagione a Sassuolo perchè hai deciso, nel 2013, di scendere in D a Correggio?
E’ stato Bagatti, che era alla Correggese, a cercare di portarmi lì in tutti i modi. Io ho creduto prima di tutto nella persona e sono stato fortunato. A Correggio si era creato un grande gruppo e, giocando da seconda punta o da trequartista in un 4-3-1-2, ho segnato 29 reti.
Parliamo un po’ di te. Come ti piace passare il tempo libero?
Mi piace molto stare in compagnia con gli amici. Quest’anno, per un certo periodo, sono andato a fare volontariato al centro ricreativo Eden di Carpi, ad aiutare dei ragazzini con delle situazioni molto più difficili delle nostre. Quando riesco mi fa piacere andare a dare una mano a questi giovani che non hanno una guida. Spero, sotto certi aspetti, di poter diventare un esempio per loro.
Segui altri sport oltre al calcio?
Mi piace molto il basket e, quando riesco, seguo l’Nba. Ho vari amici che giocano e ho avuto la fortuna di conoscere personaggi come Federico Buffa e Flavio Tranquillo, che ogni tanto sento. Sono andato anche a vedere le “finals” dal vivo. E’ un altro modo di intendere lo sport che non sarebbe male portare anche qui in Italia.
Se non fossi riuscito a fare il calciatore cosa avresti voluto diventare?
Bella domanda. Io sono molto credente e avrei certamente cercato di fare qualcosa per aiutare gli altri. E poi mi sarebbe piaciuto viaggiare. Ho davvero tanta voglia di scoprire il mondo.
Giovanni Botti
www.vivomodena.it