
Quando arrivò in Italia, nell’estate del 2007, scovato in una sconosciuta squadra di serie B messicana con la quale aveva realizzato la stagione precedente ben 23 gol in 27 partite, Pablo Granoche fu accolto con molta diffidenza e poche attese. In fin dei conti questo uruguiano tecnico e non altissimo veniva da un campionato di secondo piano come quello del Messico e per giunta dalla seconda serie. Invece “El Diablo”, come è soprannominato, sorprese tutti a andò in gol 24 volte in 38 partite, secondo nella classifica marcatori di serie B dietro a Denis Godeas del Mantova. Una grande stagione che suscitò su di lui l’interesse di diverse squadre di serie A, in particolare del Chievo che se ne assicurò la comproprietà decidendo però di lasciarlo un altra stagione a Trieste. Il campionato successivo però fu molto inferiore alle attese, anche a causa di un infortunio che lo tenne fuori per diverse giornate e che ne condizionerà buona parte della successiva carriera. Solo sette le reti in 24 gare in una buona Triestina guidata da Rolando Maran.
La stagione dopo Granoche viene comunque riscattato dal Chievo in A esordendo a Torino contro la Juventus. Il primo gol nella massima serie lo segna al Cagliari nel girone di ritorno (2-1 per i veronesi), ma la sua espierenza al Chievo è fatta soprattutto di tanti spezzoni di partite e di poca continuità, motivo per il quale nell’estate del 2011 passa al Novara, appena promosso in A. In Piemonte solo 11 gare e una rete in coppa Italia contro il Catania. A gennaio decide di tornare in B al Varese. Comincia così per lui un girovagare per le squadre del nord Italia, cambiando maglia spesso a gennaio.
Dopo il Varese (6 reti in 16 incontri, sua miglior prestazione dopo Trieste), il Padova (una parentesi abbastanza insignificante), il Cesena e dallo scorso 31 gennaio il Modena, dove si è presentato con una notevole voglia di riscatto. Se starà bene potrà di certo rendersi utile a cominciare dallo scontro salvezza sul campo del Cittadella (“non vedo l’ora che venga sabato e che si possa ripartire”, ha dichiarato nella conferenza stampa di presentazione).
Attaccante tecnico ma anche bravo a destreggiarsi in area di rigore oltre che discretamente forte di testa, Granoche è sempre stato un fan di Gabriel Batistuta pur essendo tifoso del Penarol, una delle squadre storiche dell’Uruguay. Possiede anche il passaporto italiano ma a livello di nazionale ha al suo attivo una sola presenza nella Celeste, contro il Messico nel 2005.
GIOVANNI BOTTI
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