
Il Sassuolo nello scontro decisivo contro il Cagliari di sabato, si troverà di fronte anche un modenese doc ed ex di Modena e Carpi come Ivo Pulga, chiamato da Cellino a sostituire in panchina
l’esonerato Lopez. Cresciuto nelle giovanili del Carpi, Pulga ha giocato nel Modena nella prima metà degli anni ’80 per poi passare allo stesso Cagliari e successivamente al Parma dei miracoli di Nevio Scala, prima di chiudere la carriera di nuovo nel Carpi. Come allenatore ha fatto parte per quasi dieci anni dello staff del settore giovanile canarino. Ripubblichiamo un’estratto della sua intervista uscita sul numero di Vivo del 28 novembre 2012, poco dopo il suo primo approdo sulla panchina dei rossoblu di Sardegna.
Mister Pulga, come è nata la possibilità di allenare il Cagliari in serie A, dopo tanti anni con i giovani?
E’ una situazione nata per caso. Da qualche tempo si cercano allenatori emergenti e anche il presidente Cellino ha optato per questa scelta. Sono sempre rimasto in contatto con i rossoblu, ai quali mi lega anche un passato da calciatore.
La sua carriera da giocatore da dove è partita?
Sono nato a Modena e fino a quattordici anni ho giocato a Campogalliano. Poi, dopo vari provini in diverse squadre, sono entrato nelle giovanili del Carpi. Dopo un solo anno di allievi regionali sono stato catapultato in prima squadra. Nel primo periodo in biancorosso c’è stata anche una parentesi nella primavera del Bologna.
Una volta lasciato il Carpi dov’è andato a giocare?
Nel 1984 venni acquistato dal Modena, il presidente Farina mi voleva a tutti i costi. In gialloblu ho giocato solo una stagione, ma è stata quella del rilancio perchè nell’estate del 1985 passai al Cagliari dove rimasi per ben sei stagioni. Sarò grato per sempre a Farina, perchè è stato lui a darmi la possibilità di emergere. Il presidente era una persona che dava la possibilità ai giovani di mettersi in gioco e in quegli anni dal Modena sono usciti vari giocatori che hanno poi fatto una carriera importante. Nel calcio moderno ci dovrebbero essere delle politiche societarie analoghe in cui si punti a lanciare i giovani. Per fare questo però devi avere coraggio e trovare gli allenatori giusti e non è sempre così facile.
A proposito di carriere importanti, lei ha vissuto da protagonista i primi trofei del Parma…
Approdai nelle file dei ducali nel 1991 e riuscimmo a vincere subito la Coppa Italia, poi la stagione successiva arrivò anche il primo trofeo internazionale: la Coppa delle Coppe. Già allora si capiva che la società gialloblu era molto ambiziosa e i risultati seguenti lo hanno dimostrato.
Concluso il biennio a Parma dov’è proseguita la sua carriera?
Ho fatto un anno a Vicenza e poi dal 1994 al ‘99 sono tornato a Carpi. Dopo cinque anni nella città dei Pio ho deciso di appendere le scarpette al chiodo, nonostante avessi ancora qualche offerta.
Nello stesso anno inizia anche la sua esperienza di allenatore nelle giovanili canarine. Com’è nata questa possibilità?
Durante un Carpi – Modena incontrai l’allora ds gialloblu Paolo Borea che mi disse che ero la persona giusta per allenare i giovani e che, se intendevo davvero ritirarmi dal calcio giocato, potevo iniziare questa esperienza. Così l’anno successivo ho iniziato ad allenare le giovanili canarine. In oltre tredici anni ho condotto gli Allievi, la Primavera, i Giovanissimi e gli Esordienti, terminando quando mi è arrivata la chiamata, a dire il vero inaspettata, del Cagliari.
Le piacerebbe allenare il Modena in futuro?
Sicuramente sedermi sulla panchina canarina per me sarebbe un onore. Mai dire mai.
FRANCESCO BEDONI
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