
Oggi pomeriggio mentre tornavo in redazione in bicicletta sono stato folgorato da un amarcord; dodici anni fa, il 12 maggio del 2002, alla medesima ora ero in bicicletta e girovagavo con un mio amico tra il Parco Amendola e il Parco della Repubblica. Ma perchè oggi, 12 maggio 2014, mi ricordo esattamente cosa stavo facendo quella domenica pomeriggio di una dozzina di anni fa? Semplice, quel giorno il Modena giocava contro il Genoa la gara decisiva per la promozione in Serie A, ma il salto di categoria sarebbe avvenuto solo se il Napoli non fosse riuscito ad espugnare il San Vito di Cosenza. In teoria quel pomeriggio dovevo restare a casa e seguire la partita di Marassi in tv, ma ero troppo nervoso (brutta cosa quando lo si è a nemmeno quindici anni) e così approfittando di un rarissimo momento di pausa dallo studio del mio amico Andrea Palazzi (persona totalmente estranea al mondo del calcio) iniziammo a girovagare in bici per una Modena semideserta. Con me c’era il mitico walkman dotato di radio e tramite “Tutto il calcio minuto per minuto” seguivo cosa succedeva a Genova e a Cosenza. Inutile fare una cronaca delle due partite e delle parate del rossoblu Aldegani, che negò al Napoli la vittoria, anche perchè sono cose che ogni modenese conosce a memoria. Ma quando ci fu il risultato finale della partita di Cosenza mi ricordo che ero al semaforo tra il Parco della Repubblica e Viale Salvo D’Acquisto e all’annuncio della promozione matematica del Modena rischiai di essere investito da una Punto. In effetti la mia esultanza liberatoria fu un po’ smodata e l’attraversamento con il semaforo rosso non fu una cosa molto intelligente. Proprio in quegli istanti il mio fido walkman si congedò per sempre e fu un congedo di tutto rispetto, visto che terminò la sua carriera raccontandomi il ritorno del Modena in Serie A dopo quarant’anni. Ormai era fatta e tornato sotto casa partì un carosello di biciclette verso il centro con la mia compagnia (tutti quanti dotati di maglie, bandieroni e trombe da stadio). In Largo Garibaldi e in tutto il centro c’era un clima di festa, la Longobarda aveva colpito ancora, a un anno esatto dalla vittoria casalinga con il Lecco che aveva sancito la promozione in Serie B. La sera non ero al Novi Sad, dovevo studiare per l’interrogazione di Scienze del giorno dopo, ma era impossibile restare attaccato ai libri e così mi guardai alla tv i festeggiamenti e l’arrivo del pullman con quella gigantesca A sul parabrezza. Il giorno dopo pagai a caro prezzo quella giornata di festa. Alla terza ora fui interrogato sulla differenza tra le varie rocce e il massimo che riuscì a dire fu: “Quel tipo di roccia lì è uguale a quelle che hanno nel cortile i miei nonni…”. Tornai a sedere con un bel 4 e tanto per cambiare mi toccò studiare fino al 10 giugno per scongiurare il debito in Scienze. Morale delle favola? Ne era valsa la pena. “Credi nella forzA dei tuoi sogni e questi diventerAnno reAltA’… (Genova, Stadio Luigi Ferraris 12 maggio 2002).
FRANCESCO BEDONI