
L’allarme infortunio grave per Luca Nizzetto è fortunatamente rientrato. L’esterno di centrocampo gialloblu aveva subito soltanto una botta ad un ginocchio senza complicazione e per la gara di sabato a Vercelli sarà regolarmente a disposizione di mister Novellino. Ma cerchiamo di conscere meglio l’esterno proveniente dal Trapani grazie a questa intervista pubblicata qualche settimana fa su Vivo Modena. Veronese doc e cresciuto nelle giovanili dell’Hellas, Nizzetto, 29 anni a marzo, è uno di quei giocatori che la gavetta l’ha fatta davvero, girando diverse realtà della Lega Pro prima di approdare in B. “Un’esperienza che mi è servita sicuramente, prima di tutto come uomo”, racconta l’esterno gialloblu. “Vai via di casa, conosci gente diversa, ti devi adattare. E poi quando ho iniziato io c’era ancora un po’ di ‘nonnismo’, per cui i più vecchi ti trattavano da ragazzino, ti facevano portare i palloni e le casacche. Adesso è un po’ diverso”.
Luca, come è nata la tua passione per il calcio?
Penso me l’abbia tramandata mio padre. Da piccolo mi portava allo stadio a Verona. Allora si poteva ancora entrare nel secondo tempo senza biglietto, e io ricordo di essere entrato spesso a partita già iniziata. Erano i primi anni ‘90 e mi è rimasto impresso un Verona-Juventus 3-3 con un incredibile gol su punizione di Baggio.
Qual’è stata la prima squadra in cui sei entrato?
Mio padre allenava la squadra di un borgo di Verona, il Palazzina, e io ho iniziato lì a 6 o 7 anni. Ogni giorno lui mi veniva a prendere a scuola e mi portava al campo. Questo fino ai 10 anni quando sono passato al Verona dove ho fatto tutta la trafila delle giovanili.
Sei anche tifoso del Verona?
Si certo, purtroppo però non ho mai avuto la possibilità di debuttare con la maglia della squadra della mia città. L’anno di Ficcadenti feci il ritiro con il Verona, ma subito dopo ho iniziato a girare per la Lega Pro. E’ chiaro che giocare nell’Hellas sarebbe stato il mio sogno, ma mi reputo comunque fortunato.
Chi era il tuo idolo da ragazzino?
I primi tempi che andavo allo stadio mi pare ci fosse ancora Fanna, poi, quando ho cominciato a fare il racattapalle, ricordo Brocchi e Cammarata, giocatori che hanno lasciato una grandissima impronta a Verona. Ma il mio idolo era Roberto Baggio.
Il tuo primo campionato importante è stato quello di Mezzocorona dove hai giocato punta. Avevi sempre fatto quel ruolo?
No, nel settore giovanile del Verona ho quasi sempre fatto il centrocampista centrale. Fu un allenatore in Primavera a spostarmi esterno offensivo. A Mezzocorona, in C2, ho fatto dieci gol e l’hanno dopo sono salito in C1 al Legnano per poi passare alla Cremonese.
A Cremona sembrava tu fossi lanciato verso la B. Poi cosa è successo?
Di tutto. Abbiamo perso la finale play off col Varese poi c’è stato il calcioscommesse e la famosa vicenda del Minias nel tè dei nostri giocatori più importanti contro la Paganese. Gli strascichi di quella vicenda ce li siamo portati dietro anche dopo.
La B è arrivata invece col Trapani, una realtà completamente diversa…
Mi sono trovato benissimo, un ambiente stupendo, molto familiare, che mi ha fatto soffrire meno la distanza da casa. La mia famiglia e la mia ragazza sono a Verona. E poi il Trapani mi ha data l’opportunità di provare la serie B in un momento in cui ero senza squadra.
E a Modena come ti trovi?
Molto bene. Come città è simile a Verona, una città tranquilla, con poco caos e dove tutto è facilmente raggiungibile. Io vivo un po’ fuori dal centro.
Il tempo libero come lo passi?
Mi piace stare in compagnia. Andare a cena con i compagni di squadra o a fare un giro in centro. Poi mi piace la musica, quella che si può canticchiare, in particolare i cantautori italiani, Vasco, Ligabue etc. Seguo molto anche il tennis. Il mio idolo è Roger Federer.
Se non fossi diventato un calciatore cosa avresti fatto?
Mah è difficile. Mio padre lavorava al mercato ortofrutticolo di Verona e mia madre aveva un ufficio, quindi forse sarei andato in una di quelle direzioni. Poi ho avuto la possibilità di fare quello che ho sempre sognato e, finchè mi reggeranno le gambe e avrò la passione, cercherò di sfruttarla.
(G.B.)