Uno dei protagonisti del buon inizio d’anno del Modena è sicuramente Luca Rizzo, schierato centrocampista di sinistra da Novellino col passaggio al 4-4-2 e tra i migliori in campo sia col Varese che a Cittadella. Una posizione che gli permette anche di rientrare sul destro e andare al tiro, come è accaduto in occasione del raddoppio canarino contro il Varese, ma che all’inizio sembrava un po’ una forzatura. “In realtà – spiega il centrocampista – in quella posizione ci avevo giocato anche l’anno scorso a Pisa, dopo il cambio di allenatore. Mi sono sempre trovato bene. Sono uno a cui piace cambiare ruolo e mi riesco ad adattare un po’ in tutte le zone del campo”.
Cos’è cambiato nel Modena dopo la sosta?
Già il buon risultato di Cesena ci aveva dato consapevolezza dei nostri mezzi. Poi la sosta ci ha fatto capire ancora di più che, quello che avevamo fatto di buono prima, non era venuto per caso. Così abbiamo ritrovato quella fiducia che avevamo smarrito.
Luca torniamo agli inizi, come nasce la tua passione per il calcio?
Grazie a un fratello più grande che giocava in una squadretta di quartiere a Genova, il Borgoratti. Andavamo a vedere le sue partite. Io avevo 5 o 6 anni e ho cominciato a giocare a pallone e a divertirmi con gli amici nelle piazzette. Poi sono andato a fare la scuola calcio nella stessa squadra di mio fratello e, dopo due o tre anni, mi ha chiamato la Sampdoria.
Sei tifoso della Samp?
Assolutamente si, da sempre. L’andavo spesso a vedere e ho fatto anche diverse volte il raccattapalle. Mister Novellino, prima di incontrarlo qui, lo conoscevo proprio per la promozione della Sampdoria dalla B alla A.
Che società è quella blucerchiata rispetto ai giovani?
E’ una società che ci crede molto, com’è giusto che sia. In un periodo di crisi come quello attuale penso sia fondamentale puntare sul vivaio. E’ un settore giovanile molto valido. Ci ho passato dieci anni e sono cresciuto molto.
Da ragazzino chi era il tuo giocatore preferito?
Uno che ho sempre ammirato, anche se non è mai stato della Samp, è Kaka. Quando lo vedo giocare mi emoziona davvero tanto.
Nella Samp hai esordito anche in prima squadra?
No. Uscito dal settore giovanile sono andato in prestito al Pergocrema in C1 poi, a metà stagione, sono passato al Foligno. L’anno scorso invece ho fatto tutto il campionato al Pisa. E’ una piazza importante ed abbiamo fatto una grande stagione anche se abbiamo perso la finale play-off.
E al Modena come sei arrivato?
Il mio procuratore mi ha detto che c’era stato l’interessamento del mister che, assieme al ds Cannella, mi era venuto a vedere. Io ho chiesto informazioni a Filippo Carini, che era con me a Pisa, e lui mi ha consigliato assolutamente di venire.
Come è stato trovarti di fronte a Novellino, il mister del ritorno in A della Samp?
E’ stato emozionante. Mi sono sentito di entrare davvero nel calcio che conta.
Qui a Modena come ti trovi?
Molto bene. L’ambiente è tranquillo e ti lasciano lavorare con serenità. A differenza di diversi miei compagni non abito in centro, ma leggermente fuori. Comunque molto vicino.
Il tempo libero come lo passi?
Facendo le cose normali che fanno i ragazzi. Qualche giro, una cena in compagnia. Poi seguo un po’ tutti gli sport e mi piace la musica.
Italiana o straniera?
Assolutamente italiana. Quando viaggio in macchina verso casa mi diverto a canticchiarla da solo. Il mio cantante preferito è Max Pezzali.
E’ il decimo anniversario di Facebook. Tu ci sei?
Si, lo uso abbastanza. E’ diventato un po’ una droga come per quasi tutti i giovani di oggi. Però è un modo facile e veloce per contattare anche vecchi amici di cui non hai più il numero di telefono.
I compagni con cui hai legato di più?
Quelli con cui esco più spesso sono Manfredini e Dalla Bona. Vado anche molto daccordo con Gozzi, Manfrin, “Baba”, un po’ con tutti.
Il tuo compagno Molina è già arrivato in nazionale, e tu?
Io sono qui. Spero di continuare a far bene, poi, se arriverà la chiamata, ben venga.
GIOVANNI BOTTI
VIVO MODENA 12 FEBBRAIO 2014
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