
In ogni partita percorre chilometri sulla fascia sinistra tra difesa e attacco, perchè il suo compito, oltre che difendere, è anche quello di spingere e andare al cross il più spesso possibile. Stiamo parlando di Matteo Rubin, uno dei più positivi in questa prima parte di stagione del nuovo Modena di Hernan Crespo: “La passione per il calcio posso dire di averla sempre avuta – racconta il terzino gialloblù – da piccolo giocavo nel campetto dietro casa con i miei cugini che avevano diversi anni in più di me. Ho sempre giocato con gente più grande”.
La tua prima squadra qual’è stata?
Quella del paesino di casa, Sant’Anna di Rosà vicino a Bassano, un paese di 2000 abitanti. Andavo al campo due ore prima, si chiacchierava e si giocava. In quel periodo andavano le figurine che si trovavano dentro i chewin-gum. Ci divertivamo davvero. Potrei dire, compiti pochi e calcio molto.
Chi era il tuo campione preferito?
Mi è sempre piaciuto Gianluca Zambrotta. Poi ho avuto occasione di conoscerlo un po’ di tempo fa e, come persona, mi ha fatto un’impressione ancora migliore.
Il settore giovanile dove l’hai fatto?
Inizialmente al Bassano, che allora militava in serie D. Sono rimasto lì fino agli Allievi poi, dagli Allievi Nazionali, sono passato al Cittadella dove ho fatto altri quattro anni e ho anche esordito in prima squadra, in serie C1. Quell’anno si lottava per la salvezza ed è lì che ho cominciato a capire cosa vuol dire giocare per il risultato.
Nel calcio che conta sei però arrivato col Torino. Ricordi l’esordio in serie A?
E’ stato un Lazio-Torino del 2007, prima giornata di campionato. Di quella partita ricordo poco, solo che a un certo punto il mister, che era Novellino, mi ha detto ‘scaldati’ e sono entrato subito. Ricordo anche che faceva un gran caldo. Degli anni di Torino quello che mi è rimasto più impresso però è il derby…
Si è sempre detto che è una partita speciale…
Si, lo è soprattutto per i tifosi del Torino. Quella granata è una realtà particolare. I tifosi sono veramente “malati” per il Toro. Lì c’è una grande tradizione, una grande storia. Ci ho lasciato un pezzo di cuore, spero che continuino a fare bene.
Un derby sicuarmente diverso da quello di Verona. Tu hai giocato sia nel Chievo che nell’Hellas…
Si, non c’è paragone. A Verona forse è un po’ più sentito da parte del Chievo, anche se quella dell’Hellas è una tifoseria molto calda che si sente davvero la maglia adosso.
E a Bologna come ti sei trovato?
Molto bene, ho fatto un anno e mezzo di serie A e ho giocato regolarmente. In Emilia, devo dire, mi sono sempre trovato bene, anche a Parma dove ho fatto più fatica a giocare.
C’è un allenatore a cui sei particolarmente legato o che ti ha dato qualcosa in più?
Ce ne sono diversi. Foscarini a Cittadella mi ha dato la possibilità di debuttare in prima squadra. Novellino a Torino mi ha fatto esordire in serie A e mi ha insegnato tanto, sia a livello calcistico che umano. Ma ce ne sono anche altri. Colantuono, ad esempio, ha un carattere esuberante e quando giocavi dalla parte della sua panchina ti ‘massacrava’.
Ciascuno, a suo modo, mi ha fatto imparare qualcosa.
A Modena come ti trovi?
Molto bene, è una città piccola e vivibile. Ho prolungato con il Modena per tre anni e noi stiamo cercando di riportare la società gialloblù dove più gli compete, serie A o alta serie B, dove la ricordo io da ragazzino, quando con De Biasi era arrivata in serie A facendo anche bene.
Come trascorri il tempo libero?
Mi piace stare in compagnia e quando è bel tempo girare in bicicletta, magari in centro per i negozi. Abito anch’io in centro e mi sono fatto diversi amici, ad esempio il titolare di un negozio da cui mi fermo spesso a chiacchierare o anche alcuni giocatori del Sassuolo.
Segui o pratichi altri sport?
Mi piace seguire i grandi eventi, di recente gli Europei di Basket o i Mondiali di Rugby. Guardo volentieri anche il tennis.
Avere un allenatore come Crespo è davvero uno stimolo in più?
Sicuramente. Io tra l’altro ci ho anche giocato assieme per sei mesi. Dobbiamo essere fieri di lavorare con lui e seguire i suoi consigli, che potranno essere determinanti per la squadra e anche per ciascuno di noi.
Giovanni Botti
Vivo Modena
www.vivomodena.it