In questa prima parte di campionato è stato forse il principale protagonista dei gialloblu. Un gol, un assist, una traversa, ma anche un errore difensivo che ha dato il via alla sconfitta di Lanciano. Stiamo parlando del 23enne Maxwell Acosty, per gli amici “Max”, giocatore di talento della nuova squadra canarina, sulle cui qualità Walter Novellino sta puntando per cercare di dare un po’ di fantasia ad un attacco per il momento prevedibile. “Modena è la città perfetta per un giovane che deve crescere – spiega il giocatore ghanese – una città pulita, tranquilla, dove si sta molto bene. E Mister Novellino ci sta dando tantissimo, ci sta aiutando a crescere. E’ un tecnico che dà ai giovani la possibilità di dimostrare il proprio valore. Ti fa giocare nel posto giusto e ti chiede di fare quello che sai”.
E’ vero che hai iniziato a giocare a calcio soltanto a 16 anni?
Si, uno zio che stava a Rubiera e che adesso fa il procuratore di diversi calciatori anche importanti, ad esempio Boakye dell’Atalanta e Chibsah del Sassuolo, mi ha visto giocare con gli amici e mi ha portato in Italia per fare un provino con la Reggiana. A Reggio mi hanno fatto partecipare a una partitella e, dopo cinque minuti, mi avevano già preso.
In Ghana qualche partita però l’avevi giocata…
In realtà finche ero in Ghana ho giocato pochissimo, qualche volta con gli amici nel giardino della scuola. I miei genitori volevano che dedicassi il mio tempo a studiare. A scuola ero bravo e speravano che diventassi una persona seria (ride Ndr)…
Ma il calcio lo seguivi?
Non giocando, lo seguivo anche poco. Mi piaceva di più la pallavolo che mi appassiona tantissimo anche oggi. So di essere arrivato nella ‘città della pallavolo’. Andrò sicuramente al palazzetto a vedere le partite di campionato e magari anche i Mondiali femminili.
La tua principale caratteristica è la velocità. L’hai sempre avuta?
Sempre. A scuola facevamo delle corse tra di noi e io le vincevo tutte. I 100 metri naturalmente, quelle lunghe no, mi annoiavano.
La Reggiana ti ha fatto esordire tra i professionisti in Italia…
All’inizio mi hanno fatto entrare nella Beretti, ma non ero ancora tesserato, mi allenavo e basta. Quando mi hanno tesserato, ho fatto qualche partita con la Beretti poi mi hanno aggregato subito alla Prima Squadra con la quale ho giocato metà stagione in C1. Ricordo bene il mio primo gol. E’ stato contro la Pro Sesto.
Il passaggio alla Fiorentina come è avvenuto?
A fine stagione mi volevano un paio di squadre, ma la Reggiana ha deciso di mandarmi a Firenze. Sono stato aggregato alla Primavera. C’erano diversi bravi giocatori, Carraro che è stato anche qui a Modena, Bava, Seferovic, Camporese e Iemmello tra gli altri. La Fiorentina è una società organizzata che punta molto sul suo settore giovanile.
E l’esordio in serie A?
Un’emozione fortissima. Fu Delio Rossi a madarmi in campo a Cagliari. Alla fine giocai cinque partite.
A Castellemare hai disputato la tua stagione migliore. Meno bene invece l’anno scorso a Carpi. Come mai?
Non lo so. A Carpi sono arrivato a Gennaio dopo nove partite nel Chievo. Mi hanno fatto giocare pochissimo nonostante io mi sia sempre allenato bene. Evidentemente non ci siamo presi. A Castellamare invece ho trovato l’ambiente giusto con un allenatore che ha creduto in me e compagni eccezionali. In effetti è stato il mio anno migliore, finora…
Oltre a calcio e pallavolo segui altri sport?
Mi piace molto il tennis, il mio preferito resta Roger Federer, anche se è già un po’ avanti con gli anni.
Abiti a Modena?
Si, proprio nel centro della movida, alla Pomposa, nonostante io sia un ragazzo tranquillissimo. Non esco quasi mai e passo molto tempo a giocare con la play station. A volte vado al cinema con la mia ragazza. All’inizio la confusione un po’ mi dava fastidio ma poi mi ci sono abituato e mi estraneo. La mia ragazza dice che quando gioco alla play station non mi accorgo nemmeno di chi c’è in casa.
Giovanni Botti
Vivomodena 24 Settembre 2013