STORIE DI CALCIO, IL MODENA E IL CAMPIONATO DELLA RIPARTENZA NEL 1919

La scorsa settimana abbiamo raccontato la storia del primo campionato di calcio non concluso per cause di forza maggiore, e cioè quello del 1914-15, sospeso dopo l’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra. Questa volta, invece, ci soffermiamo sul torneo della ripartenza dopo la fine del conflitto bellico, quello del 1919-20. La battaglia di Vittorio Veneto, che sancì per gli italiani la vittoria della guerra, si tenne il 4 novembre del 1918. Per tornare ad organizzare il campionato di calcio era ormai troppo tardi e si dovette rimandare tutto all’anno successivo. Ci fu quindi il tempo per valutare una riforma del torneo di cui si parlava da qualche anno: le grandi squadre chiedevano la riduzione del numero delle partecipanti, mentre le piccole, falcidiate anch’esse dalla guerra, volevano limitare l’attività a livello regionale per ridurre le spese di trasporto. Alla fine si optò per un campionato dalle dimensioni abnormi (fu definito addirittura “elefantiaco”) con ben 18 società in più e con una serie di tornei regionali da cui sarebbero venute fuori le squadre ammesse ai gironi nazionali. Il Modena, orfano di Fresia, passato al Livorno, ma con un Pippo Forlivesi in grandissima crescita (nel maggio del 1920 debuttò addirittura in Nazionale, primo canarino di sempre, contro l’Olanda), finì in un girone da sei squadre con tre bolognesi (Bologna, Nazionale Emilia e GS Bolognese), i cugini del Carpi e il Mantova.

La preparazione dei gialloblù iniziò il 28 settembre del 1919 con il primo allenamento in Piazza d’Armi. Il 5 ottobre si disputò la prima amichevole del dopo guerra contro l’Hellas Verona, che finì senza reti. Il campionato partì, invece, col botto. I canarini travolsero i cugini del Carpi sul campo di viale Fontanelli con un tennistico 6-0. Le reti furono di Marsciani e Pedrazzi, entrambi autori di una doppietta, Minchio e Forlivesi su rigore. Il Modena si confermò nel match successivo contro i bolognesi della Nazionale Emilia, battuti per 5-0, dopo un primo tempo in cui si faticò più del previsto, ma fu fermato sullo 0-0 a Mantova sette giorni più tardi da una squadra virgiliana particolarmente fallosa.

La giornata successiva i canarini tornarono alla vittoria larghissima, travolgendo a domicilio la GS Bolognese addirittura per 9-1, ma nell’ultima d’andata non riuscirono ad andare oltre lo 0-0 in viale Fontanelli contro il Bologna, in un derby seguito da scontri tra le tifoserie lungo il viale della stazione. Nonostante l’epidemia da influenza spagnola creasse il panico ogniqualvolta un giocatore aveva la febbre, il Modena iniziò alla grande anche il girone di ritorno vincendo 3-0 a Carpi, ma una settimana più tardi fu fermato sull’1-1 sul campo della Nazionale Emilia.

Si arrivò al derby di ritorno con il Bologna dell’ultima giornata al Campo dello Sterlino con il primo posto ancora in ballo. Il Modena però dovette scendere in campo senza tre giocatori importanti e i felsinei dominarono la gara e si imposero per 4-0. I canarini, secondi, finirono quindi nel girone di semifinale più difficile con Juventus, Us Milanese, Casale, Brescia e Padova. Iniziarono di nuovo alla grande rifilando subito un 4-0 al Brescia sul campo di viale Fontanelli (doppietta di Forlivesi), ma le due sconfitte interne, entrambe per 1-0, contro Juventus e Milanese (per il primo dei due match si parlò di clamorosi errori arbitrali), relegarono i canarini in una comunque onorevole terza posizione. Il titolo alla fine fu conquistato dall’Inter che batté 3-2 in finale il Livorno. Curiosamente l’arbitro di quella partita fu il modenese Bertazzoni.

(GB)

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