Sabato 2 novembre (inizio alle 15), allo stadio Picco di La Spezia, contro gli aquilotti di Luca D’Angelo, si conclude il tour de force del Modena con avversari di alta classifica. Bisogna dire che lo stadio spezzino, in passato, ha portato bene ai gialloblu che ci hanno conquistato anche una promozione in serie B. Successe nel giugno del 1975. La squadra era quella di Galbiati, guidata in campo da giocatori come Bellinazzi, Bellotto e Zanon e dietro la scrivania da un giovane Paolo Borea. La settimana precedente i gialloblu avevano fallito un primo match point facendosi raggiungere al Braglia dal Chieti a cinque minuti dal termine. Una partita piuttosto brutta quella contro gli abruzzesi, nella quale il principale bomber canarino, Roberto Bellinazzi, si fece espellere per un fallo di reazione. Gli uomini di Galbiati riuscirono comunque ad andare in vantaggio grazie ad un autogol di Grezzani e assaporarono la B fino all’85’, quando un errore collettivo di difesa e portiere consentì al Chieti di pareggiare con Berardi. A fine partita i tifosi invasero comunque il campo in attesa dei risultati delle avversarie, in particolare del Teramo, secondo in classifica. Le voci correvano incontrollate, c’era chi diceva che la squadra abruzzese avesse vinto a Novi Ligure, chi invece che fosse sull’1-1. Alla fine arrivò la notizia della sconfitta del Teramo, battuto 2-1 dalla Novese in lotta per la salvezza. Chi invece tornava in corsa era il Rimini che, battendo 2-1 il Livorno, si riavvicinava a soli due punti dai gialloblu. Bisognava quindi andarsi a conquistare la promozione al Picco di La Spezia all’ultima giornata e per giunta senza “Baffo gol” Bellinazzi, che sarebbe stato squalificato. Il morale era basso anche se per il ritorno in cadetteria sarebbe bastato non perdere in Liguria contro una squadra già salva (allora c’erano ancora i due punti a vittoria).
La classifica, a 90 minuti dal termine, recitava infatti: Modena 51, Rimini 49, Teramo 48 e ormai fuori dai giochi. La settimana precedente il match del Picco fu parecchio agitata. Dapprima le polemiche relative alla già certa sostituzione dell’allenatore Galbiati per l’anno successivo (si parlò anche di contrasti del tecnico con qualche dirigente), poi soprattutto l’inchiesta sollecitata dal Rimini per un contatto avuto dal ds modenese Borea con il mister romagnolo Antonio Valentin Angelillo, tra i papabili sostituti di Galbiati una volta in serie B assieme allo stesso Corradi dello Spezia, prossimo avversario gialloblu. Un contatto avvenuto prima della gara col Chieti, quando la promozione sembrava ormai cosa fatta e il Rimini fuori dai giochi, ma che fu sufficiente all’apertura di un’inchiesta da parte della Procura Federale. In questa atmosfera di tensione il Modena si preparò alla sfida decisiva che avrebbe dovuto giocare senza il suo bomber, sostituito da Boscolo, e con il difensore centrale Gibellini piuttosto acciaccato. A La Spezia, quella domenica 22 giugno del 1975, andarono circa 4000 tifosi modenesi per uno stadio Picco quasi del tutto tinto di gialloblu. Gli uomini di Galbiati partirono nel migliore dei modi e al 2’ erano già in vantaggio grazie ad un “tiraccio” su punizione di Blasig che ingannò il portiere spezzino Dal Poggetto. Al 36’ il Modena raddoppiò con una azione personale dell’ala destra Colombini che, dopo aver saltato un paio di avversari, entrò in area e batté il portiere. Sul 2-0 i “gialli” controllarono il risultato, grazie anche a qualche buona parata del non sempre sicuro Geromel e subirono la rete spezzina di Biloni a 10 minuti dal termine, che però non compromise il 2-1 finale.
Si poteva finalmente festeggiare il sospirato ritorno in serie B, anche se sulla testa del Modena e dei suoi tifosi c’era sempre la “spada di Damocle” dell’inchiesta invocata dal Rimini. Per fortuna tutto finì in una bolla di sapone. Per guidare il Modena in B, Borea ingaggiò Mario Caciagli mentre Angelillo finì al Brescia. E i tifosi canarini festeggiarono la promozione al Braglia, una settimana più tardi, con l’amichevole contro la fortissima Lazio del presidente Lenzini (originario del nostro Appennino), che l’anno precedente aveva conquistato il suo primo scudetto.
(GB)