STORIE GIALLOBLU: QUANTO E’ DURO IL SECONDO ANNO IN SERIE B!

(Foto Wikipedia)

Da settimane, ormai, si sente parlare del secondo campionato in B, dopo una promozione dalla C e una positiva conferma in cadetteria, come il più difficile e rischioso. Questo soprattutto per il fatto che, se da un lato viene naturale cercare di alzare l’asticella e rinfrescare una rosa che ha già dato tanto nei due anni precedenti, dall’altro però viene a mancare quell’entusiasmo che rappresenta un valore aggiunto nel campionato di una neopromossa. Per questo motivo siamo andati a vedere come sono andati i cosiddetti “secondi anni” in B dei canarini, quando questi sono seguiti a una promozione dalla C e un primo campionato positivo in cadetteria. Cinque sono state le promozioni ottenute dal Modena dalla C alla B prima dell’ultima targata Rivetti-Tesser. In due occasioni, nelle stagioni 1961-62 e 2001-02, i Gialli hanno continuato a vincere sull’onda dell’entusiasmo e hanno fatto il doppio salto fino alla A, nelle altre tre invece, dopo un primo campionato positivo, hanno vissuto una seconda stagione in B estremamente sofferta conclusa o con una salvezza miracolosa all’ultima giornata o addirittura con la retrocessione. Ma andiamo con ordine. 

Stagione 1976-77 -> la seconda promozione dalla C alla B del Modena, dopo quella di inizio anni ’60, si verificò al termine della stagione 1974/1975. L’anno successivo in B si fece un ottimo campionato chiuso all’ottavo posto, ma che nel girone d’andata aveva addirittura fatto sperare ai tifosi che si potesse ottenere anche qualcosa di più. Per il campionato successivo, quello in cui sarebbe stata necessaria la conferma di quanto fatto di buono nei due anni precedenti, al posto dell’esperto Caciagli si scelse un allenatore giovane e poco conosciuto come Beniamino Cancian che al suo attivo aveva soltanto un buon campionato di C con la Clodiasottomarina e un esordio in A sulla panchina del Como concluso con l’esonero alla 12° giornata dopo la sconfitta con il Cagliari. Sul mercato si cercò di svecchiare la squadra, sostituendo le geometrie di centrocampo di Renzo Ragonesi con Pirola e Ferrante e i difensori Mei e Matteoni con Sanzone e Canestrari. Dopo un fuoco di paglia iniziale con due vittorie di misura e un pareggio nelle prime tre giornate, i gialloblu evidenziarono tutti i loro limiti, sia in difesa che in attacco, dove segnava praticamente solo Bellinazzi, e cominciarono a perdere in trasferta e pareggiare in casa, scivolando al terzultimo posto in classifica. Il 12 dicembre, dopo il pareggio interno con la Ternana, Cancian fu esonerato e sostituito da un profondo conoscitore della categoria come Umberto Pinardi che alla fine riuscì a conquistare una soffertissima salvezza battendo nell’ultima giornata al Braglia un Monza in lotta per la A, in una partita rimasta celebre. (in foto una formazione del Modena 1976-77)

Stagione 1987-88 -> peggio andò nel 1987-88 quando, dopo la splendida promozione del 1986 e una salvezza più che dignitosa, anche in questa caso dopo un girone d’andata entusiasmante, si puntò sulla conferma del tecnico Mascalaito e sulla collaudata coppia d’attacco Frutti-Rabitti, ma per il resto si rifece la squadra, cedendo al Padova i due gioielli di centrocampo Piacentini e Longhi, e ingaggiando diversi giocatori poco conosciuti (Falcetta, Bellaspica, Forte), oltre a promuovere alcuni giovani della primavera come Masolini, Santini e Costi. Per rinforzare l’attacco si ingaggiarono, poco prima dell’inizio del campionato, il funambolico Montesano, ex Palermo e Cagliari, e Orazio Sorbello, che non legarono col gruppo già presente. Il 34enne Frutti, su cui si era puntato molto, si fermò per quasi tutto il girone d’andata per un problema alla cervicale e quando rientrò non riuscì a trovare la continuità e la verve sotto porta dei due anni precedenti. Nonostante ciò si arrivò alla penultima giornata con la salvezza a portata di mano. A Udine, contro un Udinese tranquilla, bastava un pareggio, ma una semirovesciata forse casuale di Firicano al 90’ gettò la squadra nel dramma. All’ultima giornata al Braglia c’era un vero e proprio spareggio salvezza contro il Genoa. Alla fine i canarini persero 3-1 una gara anch’essa divenuta celebre, quasi più per le provocazioni ai tifosi del genoano Alessandro Scanziani dopo il gol del 2-1 che per altro. Il Modena tornò in C dopo sole due stagioni.

Stagione 1991-92 -> in questo caso, a differenza di quanto era successo nel 1976, fu lo stesso Renzo Ulivieri, il tecnico della promozione e della successiva salvezza, ottenuta in rimonta con un grande girone di ritorno, a chiedere al presidente Farina di andarsene e passare al Vicenza. Per la sua sostituzione fu scelto un allenatore esperto come Eugenio Bersellini, campione d’Italia con l’Inter nel 1979-80. Bersellini impostò la squadra con un gioco tendenzialmente superato e basato ancora sul libero in difesa e i partenti – Antonioli, Nitti, Bonaldi, Cuicchi tra gli altri – non furono sostituiti sempre in maniera adeguata (tra i nuovi arrivati ricordiamo Lazzarini, Circati, Cucciari e soprattutto il bomber Provitali). La squadra faticò moltissimo fin dall’inizio (netta sconfitta a Pescara all’esordio) e in trasferta perdeva quasi sempre. Alla XIX giornata, dopo la sconfitta di Messina (la nona in trasferta), Bersellini venne esonerato e sostituto dal quasi sconosciuto Francesco Oddo, sostenitore della zona e del “bel calcio”. A parte la vittoria al debutto in casa col Pescara (2-0), il Modena di Oddo continuò con i suoi alti e bassi fino alla fine quando i canarini dovettero giocarsi tutto di nuovo in uno scontro diretto al Braglia, quello contro il Messina. Con una vittoria sarebbero stati salvi. La partita fu combattuta e drammatica. I gialli andarono in vantaggio dopo soli 3 minuti con Provitali, subirono il pareggio dei siciliani con Protti, restarono in dieci per l’espulsione dello stesso Provitali, ma tornarono avanti al 55’ con un gol di testa del difensore Circati che risultò decisivo. La partita, infatti, finì 2-1 e i canarini si guadagnarono un’altra stagione in cadetteria. 

(GB)