
Al Mondiale brasiliano per l’Italia è giunto il momento del dentro o fuori. Quante situazioni simili abbiamo vissuto nei vari Mondiali o Europei seguendo le sorti degli Azzurri! Per andare avanti basterà pareggiare contro l’Uruguay, in svantaggio nella differenza reti con gli uomini di Prandelli. Il rischio è proprio questo “basterà”. La nostra nazionale non può pensare di giocare per non perdere, non può lasciare l’iniziativa ai sudamericani, sarebbe troppo pericoloso. Spesso quando lo ha fatto, o comunque quando ha avuto a disposizione due risultati su tre, ha rimediato clamorosi fallimenti. Nel ’74 ad esempio, perdendo contro una Polonia già qualificata o, tornando ancora più indietro, nel 1966 contro la ormai celeberrima Corea del presunto dentista Pak Doo-Ik.
L’Uruguay è un avversario tosto con una delle coppie d’attacco meglio assortite del mondo, Cavani-Suarez, ma che cede qualcosa in difesa, dove Lugano comincia a risentire l’usura degli anni. E a nostro favore c’è anche la kabala. Nonostante la “Celeste” sia una delle poche nazionali con cui l’Italia è in svantaggio nei confronti diretti, ai Mondiali non ci ha mai battuto. Anzi ogni volta che l’Italia l’ha affrontata è andata avanti almeno fino alle semifinali. Nel 1970 quella con l’Uruguay fu la gara d’esordio nel torneo degli uomini di Valcareggi e finì 0-0, con gli Azzurri poi sconfitti solo in finale dal Brasile di Pelè, mentre ad Italia ’90, negli ottavi, la Nazionale di Vicini battè quella sudamericana per 2-0, proseguendo fino alla semifinale e alla sconfitta ai rigori contro l’Argentina. La tradizione quindi fa ben sperare, ora bisogna giocare la partita e giocarla per vincere. Forza Azzurri!
Di Giovanni Botti