
A Imola, all’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari, nel cuore della “Motor Valley” della Regione Emilia-Romagna, da venerdì 19 a domenica 21 maggio torneranno a farsi sentire i motori della Formula 1, con il Qatar Airways Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna, sesta prova del Mondiale di F.1 2023. La risposta degli appassionati non si è fatta attendere: i biglietti sinora venduti per il giorno della gara hanno superato l’82%: almeno 160 mila gli spettatori attesi nel circuito del Santerno nel week end.
In un distretto unico al mondo – terra di grandi marchi delle due e delle quattro ruote, grandi campioni, innovazione e conoscenze – il Gran Premio costituisce un’occasione unica per trasformare uno fra gli appuntamenti sportivi più seguiti al mondo in una straordinaria opportunità di promozione internazionale del Made in Italy e della filiera automotive, a partire dalla “Motor Valley dell’Emilia-Romagna”. Lo dimostrano i numeri: l’edizione 2022 è stata seguita da 82,2 milioni di telespettatori, in tutto il mondo, e – secondo uno studio JFC – ha generato un ritorno economico per il territorio di oltre 274 milioni di euro. Un risultato che premia il lavoro di squadra di un intero territorio, in stretta sinergia con il Governo e con la stessa Formula 1.
Giro d’affari di 274 milioni di euro
Che quella di promuovere il Made in Italy attraverso il Gran Premio di Formula 1 a Imola sia una buona scelta lo testimoniano i numeri generati nelle scorse edizioni in termini di ricadute economiche per il territorio: quella 2022, ad esempio, ha creato un giro di affari pari a 274 milioni e 167 mila euro (Fonte JFC). Parallelamente, vanno considerate tutte le attività di comunicazione, coordinate con la campagna straordinaria di Nation branding realizzata da ICE con il tema “We drive IT”.
L’unica vera “Motor Valley” internazionale
L’Emilia-Romagna si conferma l’unica, vera “Motor Valley” internazionale. Lo dicono i numeri: 11.400 imprese, con oltre 15 mila unità locali e 61 mila addetti, un fatturato di 21 miliardi di euro (il 10,6% del totale nazionale), di cui manifatturiero 11,4 miliardi (15,2%). E un export pari a 9,8 miliardi di euro (il 22,3% del dato nazionale). E ancora: 188 team sportivi, 13 musei specializzati, 18 collezioni private, 4 autodromi e 11 piste da karting. Un patrimonio economico e di lavoro ma anche culturale. Marchi prestigiosi, famosi nel mondo; grandi campioni delle due e quattro ruote; talenti e professionalità uniche; aziende e start up che guardano al futuro e investono in ricerca, innovazione, sostenibilità. Fino ad arrivare ai sei corsi di laurea internazionale di MUNER, la Motorvehicle University of Emilia-Romagna, una realtà unica, voluta dalla Regione insieme alle quattro università emiliano-romagnole e tutte le più grandi case motoristiche del territorio, che chiama qui studenti da ogni Paese.
E poi il Clust-ER Mec che riunisce centri di ricerca e imprese attive nei settori della motoristica e della meccatronica per spingere sulla competitività di tutta la filiera. E tanti appuntamenti fieristici ed eventi di portata internazionale: Autopromotec, E-Tech Europe, Futurmotive a Bologna. E il Motor Valley Fest, la grande fiera a cielo aperto della terra dei motori emiliano-romagnola, che si è concluso ieri.
Un prodotto anche turistico: i visitatori totali di musei e collezioni, insieme agli spettatori degli eventi che si svolgono negli autodromi emiliano-romagnoli, superano i 2 milioni di presenze. La ricaduta economica derivante dal movimento turistico ed escursionistico supera i 300 milioni di euro di indotto.