
Sabato 8 maggio 1982. La Ferrari di Gilles Villeneuve sta affrontando il giro di rientro durante le qualifiche del Gran Premio del Belgio sul tracciato di Zolder; il pilota canadese arriva alla chicane che precede la curva Termalen a tutta velocità e all’improvviso compare davanti a lui la monoposto di Jochen Mass che procede lentamente. L’impatto è inevitabile e Villeneuve viene catapultato fuori dalla sua monoposto. I soccorsi sono inutili e “l’Aviatore” muore poche ore dopo all’ospedale di Lovanio. Oggi ricorre il trentaduesimo anniversario della sua scomparsa e tra le imprese con cui ha deliziato il pubblico tra gli anni Settanata e Ottanta c’è sicuramente il “Duello di Digione”. Il pomeriggio del 1° luglio 1979 gli ultimi giri del Gran Premio di Francia, furono il teatro del duello più bello di sempre della Formula 1 con protagonisti appunto Gilles Villeneuve su Ferrari e Renè Arnoux a bordo della Renault. Sotto la bandiera a scacchi passò per primo il canadese, mentre il francese dovette “accontentarsi” del terzo posto. In quella gara Jean Pierre Jabouille, sempre su Renault, trionfò e fu la prima vittoria per un propulsore turbo. Ma tutti si ricordano ancora oggi di quel Gran Premio per l’epica sfida tra i due piloti, rivali in pista ma allo stesso tempo grandi amici, cosa abbastanza rara nel circus della Formula 1. L’anno scorso, in occasione dell’inaugurazione della mostra dedicata alla Formula 1 nel Museo Casa Natale Enzo Ferrari, Arnoux ha guidato lungo le vie di Modena la monoposto che fu del canadese ed è stata l’occasione per parlare con lui di Villeneuve e di quell’epica battaglia sul tracciato di Digione.
Monsieur Arnoux, che effetto le ha fatto ritornare a Modena?
E’ sempre bello tornare in questo paradiso, soprattutto per me che ho avuto l’opportunità di guidare la Ferrari e di conoscere il Drake. Me lo ricordo come una persona con cui si poteva parlare di tutto, amava parlare ed era un uomo sempre allegro, l’esatto contrario di quello che si può pensare. Ho ancora in mente tutti i pranzi fatti insieme e le lunghe chiacchierate.
Il suo nome e quello del suo amico Villeneuve sono rimasti nella storia per quell’epico duello a Digione…
Per fortuna nessuno ha registrato il nostro battito cardiaco, altrimenti saremmo saltati in aria. Con Gilles fu un bellissimo duello; ormai sono passati trentaquattro anni, ma ne parlo almeno tre volte ogni settimana. Se le persone si ricordano ancora di quel Gran Premio significa che abbiamo fatto qualcosa di veramente eccezionale.
Lei ha corso in una Formula 1 lontana anni luce da quella odierna. Qual’è la sua opinione sulle monoposto di oggi?
La Formula 1 adesso si evolve di continuo, non è come ai miei tempi. Quando ero alla Ferrari mi ricordo che le due monoposto venivano seguite da 350 persone, mentre negli anni recenti si è arrivati a quasi 1000. Ogni settore si è specializzato.
Che ricordo ha dei suoi anni a Maranello?
Nel 1983 avevo una vettura molto competitiva, ma a causa di una saldatura di un filo elettrico non riuscì a vincere il Campionato del Mondo. Nei due anni seguenti lottammo per ottenere una buona messa a punto, ma non riuscimmo mai ad avere una vettura performante.
Guidando la 312 T4 di Villeneuve ha capito come mai fu lui ad arrivare secondo sotto la bandiera a scacchi?
Appena sono sceso dalla monoposto ho detto che avevo capito come mai Gilles riuscì a battermi. In Renault avevamo il propulsore turbo che era molto brusco e la potenza arrivava di colpo, mentre la Ferrari invece aveva un motore V12 piatto molto elastico, che facilitava la guida e poteva vantare un cambio veramente precisissimo. Negli ultimi cinque giri inoltre avevo dei problemi con il pescaggio della benzina, ma va bene così perchè senza quei problemi e quelli di Gilles alle gomme non ci sarebbe mai stata quella fantastica battaglia.
L’unico che non fu contentento di quel duello fu Jabouille, suo compagno di squadra alla Renault…
Assolutamente, lui aveva vinto la gara di casa ed era anche la prima affermazione di un motore turbo in Formula 1. Una volta terminato il gran premio tutti sono corsi da me e Gilles, mentre lui non è stato molto considerato. Per lui portare alla vittoria una monoposto francese nella gara di casa e non essere al centro dell’attenzione non deve essere stato bellissimo e da quel giorno me lo rinfaccia sempre. Ovviamente lo fa in maniera scherzosa, la nostra Formula 1 era molto meno nervosa rispetto a quella attuale.
Un duello del genere lo si potrebbe vedere ai giorni nostri?
Se due piloti provano a fare quello che abbiamo fatto io e Villeneuve li mandano in galera per almeno due anni. Nella Formula 1 moderna ormai si sorpassa solamente ai box, io preferivo farlo in pista, fidatevi era molto più divertente…
FRANCESCO BEDONI