
Qualcuno sostiene che l’attesa del piacere sia essa stessa il piacere. Che siate concordi o meno, in certi casi, e cioè quando vinci in trasferta centocinquantasei giorni dopo l’ultima volta, non è proprio così. Alle ore 16:20 di domenica, il tifoso canarino si è guardato un attimo indietro, ha tirato un sospiro di sollievo, con velato sgomento, prima di chiedersi quante cose siano cambiate da allora. Capendo che di acqua sotto i ponti ne è passata.
Su tutte l’acqua del tenue torrente Pavan ha lasciato spazio all’energico fiume Capuano: il vero protagonista di un week-end contraddistinto da una vittoria in esterna, al “Mercante” di Bassano (campo ridotto quasi peggio del Braglia di inizio anno). Proprio quando le attenzioni erano tutte rivolte al rendimento in trasferta, guarda un po’…
EZIOLINO. Ha fatto ricredere la piazza. Niente di più e niente di meno. L’unico suo limite, on the pitch, fino a 72 ore fa, era quello di aver emulato sciaguratamente il suo predecessore lontano dal “Braglia”. Lì dove energie e sorte sembravano incaponirsi contro i gialli. Stavolta si è incaponito di più il mister di Salerno, propiziandosi quella stessa sorte proverbialmente amica degli audaci. Lui lo è, in campo e fuori, dalla preparazione dello schema-gol di Popescu alla limpida sincerità d’un trionfo-orgasmo. Senza dimenticare i chili di troppo di Popescu, oggi copia effervescente dell’esterno monocromatico di inizio stagione.
Voto 8, il Mercante di Bassano.
POPESCU. Si inventa un goal che nemmeno alla PlayStation, andando a festeggiare con più incredulità che altro in corpo. Al netto dei problemi con la bilancia, il rumeno non si è fatto trapiantare dei nuovi piedi nell’era Capuano, no? La differenza allora sta tutta nella testa, nelle motivazioni, nella determinazione. Magari non sarà da Torino (e non esageriamo col Lambrusco, su…), ma per questo Modena va più che bene.
Voto 9, il Conte Ștefan.
MODENA VOLLEY. Esempio indiretto della “scissione” renziana, erano mesi che l’Azimut non incappava in una figuraccia di siffatto rumore. Tutte insufficienze, tutti fuori fase, tutto nella trasferta in cui nessuno voleva perdere. È un caso? Forse no, ma i gialli sfoggiano prestazioni da top team intervallate da repliche amorfe. Come un metronomo impazzito.
Voto 4, Indecifrabili.
CARPI. Non sono centocinquatasei ma solamente sessantadue i giorni di attesa per una vittoria biancorossa, che mancava dal 17 dicembre a Salerno. Castori si ritrova all’intervallo avanti di due reti, e la sua libidine, già alle stelle sull’1-0, si trasforma in orgasmo catenacciaro. Esso si esprime al meglio, e non potrebbe essere altrimenti, quando il vantaggio sul Brescia diventa minimo, mostrandosi al meglio. Due gol di scarto sarebbero stati francamente troppi…
Voto 7, ma attenzione: una Rondine non fa primavera.
SASSUOLO. Diventa poco interessante parlare dei neroverdi quando la classifica e gli impegni valgono praticamente solo per l’almanacco. È lì che mette la sua doppia firma Defrel, per la gioia più dei fantallenatori che in lui hanno posto fiducia, che dei tifosi. Per poco non si prende le attenzioni del totem Zico, “costretto” ad assistere ad una gara dalle motivazioni simili a quelle che Zeman rivolgerebbe alle campagne contro il fumo.
Voto 7, Gregoire Antunes Coimbra.
DILETTANTI POCO RACCOMANDABILI. A distanza di sole due settimane dall’indecoroso saluto, il fascino sbagliato del calcio dei dilettanti torna alla ribalta. Vorremmo parlare delle emozioni ancora genuine dei campetti di periferia e delle passioni più forti del marketing professionistico del meccanico che, alla domenica, sceglie di dare tutto sul rettangolo verde. Senza contratti a sei zeri (e nemmeno a tre o a due).
Ma non è così.
Non può essere così quando in ben due campi, a Fiorano, durante Fiorano-Cittadella e a Rivara, durante Rivara-Cortilese, devono essere i carabinieri a sedare gli animi troppo accesi di una domenica di sport. Fondamentale poi l’apporto del Pronto Soccorso, spesso ruota di soccorso inevitabile per le forze dell’ordine sui “battibecchi” di cui sopra.
Aggressioni, spintoni e parapiglia generale per un fallo da cartellino rosso nella prima, gara sospesa per una “palla a due” finita in goal nella seconda.
Voto non classificabile, “gli italiani perdono guerre come fossero partite di calcio e partite di calcio come fossero guerre.”
di Gigi Ferrante
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