Quello che scatterà il 23 settembre sarà il primo Mondiale di Pallavolo Femminile che si disputerà in Italia. E anche Modena sarà tra le città protagoniste, dall’1 al 5 ottobre, con un girone che potremo definire di secondo turno. La modenese Camilla Iulli, una delle più importanti pallavoliste degli anni ‘60-70, era la capitana della prima Nazionale Azzurra che prese parte ad un Mondiale. “Era il 1978 – racconta la Iulli – noi ai Mondiali che si svolgevano in Russia non avremmo nemmeno dovuto partecipare, ma la Federazione, neanche un mese prima del torneo, ci comunicò che saremmo andate, probabilmente per la rinuncia di qualche squadra. Eravamo tutte reduci da un estate di vacanza e arrivammo in Russia senza preparazione. Giocammo quindi piuttosto male e finimmo direi ventesime su ventiquattro”.
Una brutta esperienza quindi…
Tutt’altro, l’esperienza è sempre grandiosa. Noi poi eravamo un gruppo affiatatissimo, eravamo diventate davvero amiche e lo siamo ancora oggi. Non appena possiamo ci incontriamo e ci emozioniamo ancora come allora. Probabilmente anche il fatto di aver girato tanto (anche se molto meno di oggi) e aver condiviso esperienze come i Mondiali ci ha reso più unite.
In precedenza non vi eravate mai qualificate ai Mondiali?
Nel ‘70 facemmo le qualificazioni ma non riuscimmo a superarle, mentre nel ‘74 non ce le fecero nemmeno giocare. Con le squadre femminili la Federazione ha sempre cercato un po’ di risparmiare.
Giocare in Russia in tempi di Guerra Fredda. Che ricordi hai?
C’eravamo già state anche per le Universiadi, si vedevano delle situazioni strane per noi, delle cose diverse. Per fare un esempio un giorno chiedemmo al tassista se ci portava a vedere la tomba di Chruscev, ma lui ci disse che non poteva assolutamente. Noi comunque ci divertivamo. Per le Universiadi alloggiavamo tutti, maschi e femmine, all’interno dell’Università, quell’edificio enorme che a volte si vede anche in Tv quando si parla di Mosca, e in quelle occasioni anche noi ragazze potevamo godere dei piccoli privilegi che avevano le Nazionali maschili. Quindi ci facevamo da mangiare le nostre cose portate dall’Italia, spaghetti, olio, formaggio grana, che ci piacevano molto di più di quello che si mangiava alla mensa russa.
L’Italia negli anni Settanta aveva anche organizzato un Campionato Europeo…
Si, quello del 1971. Io aveva partecipato anche agli Europei del 1967 a Istanbul. In Italia arrivammo ottave, un risultato discreto. Dalle squadre dell’Est perdevamo ma iniziavamo a vincere qualche set. Quello fu l’anno in cui la Popa, una giocatrice rumena, fuggì dalla squadra e rimase in Italia. Si nascose a casa di una ragazza che giocava nella squadra di Reggio e vi rimase finchè la sua nazionale non ripartì per tornare in Romania.
E’ vero che la prima Panini era una squadra femminile?
Si, forse non tutti lo ricordano oggi perchè sono passati tanti anni. La prima Panini in serie A fu una squadra femminile, la Minelli, che aveva vinto due scudetti già negli anni ‘50. Nel 1966 con le spese delle trasferte che aumentavano sempre di più, Panini sponsorizzò proprio la Minelli. Io posso dire di aver giocato nella prima Panini.
I Mondiali di quest’anno li seguirai?
Si, mi dovrò occupare delle giocatrici che verranno sorteggiate per l’antidoping. Le accompagnerò all’ambulatorio dove si sottoporranno al controllo.
Che squadre potremo vedere a Modena?
Da noi si giocherà una sorta di girone di secondo turno e dovrebbero arrivare squadre qualificate nei gironi iniziali di Verona e Trieste, quindi probabilmente il Brasile, gli Stati Uniti e anche la Turchia allenata dal modenese Massimo Barbolini.
L’Italia secondo te che Mondiale potrà fare?
E’ difficile dirlo. Ha perso per gravi infortuni alcune giocatrici titolari e ne ha dovute richiamare altre che inizialmente non erano state convocate. Bisognerà vedere anche in che stato di forma arriveranno. Penso che l’Italia si una nazionale forte ma tutta da scoprire.
Giovanni Botti
Vivomodena 10 settembre 2014