IL RITORNO DEL “DIVINO”: LA STORIA DI JULIO VELASCO

La notizia circolava già da qualche tempo, ma adesso è ufficiale. Julio Velasco sarà l’allenatore dell’Azimut Modena Volley nella stagione 2018/2019. E’ stato lo stesso coach di La Plata ad annunciare il suo approdo sotto la Ghrilandina attraverso una lunga lettera, in cui ha informato che lascerà la panchina della nazionale Argentina subito dopo il campionato del mondo, in programma a settembre. Si tratta dunque del terzo atto di Velasco al Palapanini; il primo viene ricordato da tutti come “l’età dell’oro”, visti i quattro scudetti vinti consecutivamente dall’85 all’89.

Velasco arrivò in Italia nell’83, scoperto da un giovane Giuseppe Cormio, alla Latte Tre Valli Jesi, in A2. Nel 1985 sostituì Nannini alla guida della Panini, contribuendo in maniera determinante alle vittorie in serie del club gialloblù. Uno dei meriti principali di Velasco è stato quello di saper motivare continuamente i suoi ragazzi, insegnando loro che la capacità di sapersi gestire in campo è fondamentale per ottenere che grandi individualità si fondano in un unico ed omogeneo gruppo perfettamente affiatato. Con Modena e con il suo pubblico Velasco ha avuto da subito un rapporto eccezionale, portando la squadra alla conquista di quattro scudetti consecutivi, quattro Coppe Italia ed una Coppa delle Coppe, trovando sempre le soluzioni tecniche e le mosse tattiche più opportune per far rendere al meglio i suoi giocatori in ogni frangente.

Per esempio, fu di Velasco l’intuizione di cambiare ruolo a Lorenzo Bernardi da palleggiatore a schiacciatore: quando la Federazione Argentina decise di non far rientrare in Italia Quiroga e Martinez, Modena si ritrovò improvvisamente senza soluzioni in posto 4. Il mister però non si lasciò impensierire e grazie al lavoro e alla sua assidua opera di convincimento, trasformò un giovane alzatore di appena 18 anni in quello che sarebbe diventato il miglior giocatore del XX° secolo. Al termine del campionato 1988/1989 Velasco, con gli occhi ancora colmi della commovente dimostrazione d’affetto dei tifosi gialloblù, lasciò Modena per assumere la guida tecnica della Nazionale, portandola sul tetto del mondo due volte (nel ‘90 e nel ‘94), dando il via all’epopea della “generazione di fenomeni”. Dopo quindici anni, nel 2004, tornò a Modena e nonostante l’ingaggio di Ricardinho, ottenne uno dei risultati peggiori di sempre: un misero 11° posto su 14. Anche la stagione successiva (la prima di Catia Pedrini in società) si concluse con zero titoli e quindi, nel 2006, decise di passare a Montichiari.

Ora Velasco avrà il delicato compito di ricostruire il rapporto e l’empatia tra squadra e città, sbiadito dopo l’ultima deludente stagione e l’esonero di Stoytchev, ripartendo su una rosa che potrebbe contenere un nome altisonante, Ivan Zaytsev. Ancora tutta da risolvere invece la questione Bruno: il suo ritorno a Modena è molto difficile, visto che la Lube sembra intenzionata a far rispettare al palleggiatore brasiliano il pre-contratto firmato tempo fa. L’Azimut dunque è pronta ad abbracciare Micah Christenson.

MA

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