Tra pochi giorni è Natale quindi noi di modenasportiva.it abbiamo pensato di regalarvi una bella intervista natalizia uscita sullo Speciale E’ Natale di Vivo, a Santiago Orduna, palleggiatore di Azimut Modena Volley. Il regista argentino si racconta, dai suoi inizi in argentino, diviso tra calcio e pallavolo, al suo arrivo la scorsa estate a Modena per sostituire Bruninho, e ci parla anche del suo Natale. Buona lettura.
Tra i nuovi arrivati in casa Modena Volley, Santiago Orduna era sicuramente quello che aveva la responsabilità maggiore: raccogliere l’eredità di Bruninho, uno dei principali protagonisti dello straordinario “triplete” dello scorso anno. E il palleggiatore argentino ha risposto a suon di ottime prestazioni diventando subito uno degli idoli dei tifosi: “Quest’estate mi sono preparato psicologicamente – spiega Orduna – sapevo che il mio non era un compito facile. Per fortuna siamo partiti bene con la vittoria in Supercoppa e quella è stata un’importante iniezione di fiducia per tutta la squadra”.
Al decimo anno in Italia per te quella di Modena è stata l’occasione della carriera…
Senza dubbio Modena adesso è il miglior posto al mondo dove giocare a pallavolo. L’importanza che ha questo sport qui lo dimostrano le 5000 mila persone al palazzetto per la sfida con Trento.
L’Argentina è un paese che vive soprattutto per il calcio. Perché tu hai scelto la pallavolo?
Mio papà è un allenatore di pallavolo da tanto tempo e io posso dire di essere quasi nato in palestra. Fino a un certo punto ho giocato anche a calcio poi, intorno ai 14 anni, ho dovuto scegliere e ho scelto la pallavolo. Sia perché ce l’avevo di fianco a casa, sia perché avevo la possibilità di fare una carriera migliore.
Quando sei entrato nella pallavolo professionistica?
A 18-19 anni. Mio padre si trasferì in Spagna per allenare una squadra di A1 femminile e io ottenni il mio primo contratto a Vigo.
In Italia invece come ci sei arrivato?
Dopo tre anni in Argentina al Bolivar e altri due in Spagna, mi ha chiamato Hugo Conte che allenava Catania in A2. Il mio primo anno qui l’ho fatto con Conte allenatore e suo figlio compagno di squadra. Ormai sono qui da dieci anni, io e mia moglie abbiamo la cittadinanza italiana grazie ai nonni e, scherzando con i ragazzi, a volte dico che sono rimasto argentino per il calcio ma per il resto sono italiano.
Che squadra di calcio tifi?
Il River Plate. Quando torno in Argentina, appena posso, vado allo stadio a vederlo. Il giocatore che ho sempre ammirato di più, come atleta e uomo, è Javier Zanetti.
E nella pallavolo?
Mi è sempre piaciuto molto Javier Weber, ex palleggiatore della nazionale argentina ed ora allenatore del Bolivar. Poi, anche se da argentino è difficile dirlo, mi piacciono molto anche i palleggiatori brasiliani, principalmente Ricardinho.
Papa Bergoglio lo hai mai incontrato?
No, ma mi piacerebbe. Mio padre anni fa ebbe l’occasione di incontrare Giovanni Paolo II. Gli strinse la mano e rimase pietrificato dall’emozione.
A Modena come ti trovi?
Molto bene, è una città piccola dove però c’è tutto, con un centro bello che si gira facilmente. Io e mia moglie abitiamo a cinque minuti dal palazzetto. Abbiamo un cane, un Golden Retriever che si chiama Tao. Appena posso lo porto a correre lanciandogli la pallina. Non si stanca mai.
Si dice che prima di ogni partita bevi una bevanda che si chiama Mate. Che cos’è?
E’ un infuso, una sorta di Thè molto più forte e più amaro. E’ una bevanda tipica argentina, si beve con una cannuccia, si versano delle foglie di erba Mate in un contenitore, che si chiama anch’esso Mate, e si beve con una cannuccia e dell’acqua calda. Di solito prima della partita preferisco il caffè, però prima degli allenamenti, quando sono a casa tranquillo, il Mate lo bevo spesso.
Tra un po’ è Natale. In Argentina è una festa sentita?
Moltissimo. E’ molto diversa rispetto a qui. Là viene in estate e la si passa al mare o in piscina, mangiando l’Asado, la nostra carne tipica, grigliata. La si trascorre in famiglia con parenti e amici, tavolate anche da 30 persone.
In Italia invece come lo passi? Anche quest’anno in quel periodo dovrete giocare…
Negli ultimi dieci anni sarò stato libero a Natale non più di due o tre volte. Quest’anno comunque verrà la mia famiglia e lo passeremo secondo la tradizione modenese. Tortellini sicuramente, ma anche Tortelloni. Burro e salvia mi fanno impazzire. Senza esagerare però visto che il giorno dopo ci si allena o si gioca.
Che augurio vuoi fare ai tifosi gialloblù?
Che possano trovare la nostra squadra il più in alto possibile. E poi, naturalmente, Feliz Navidad a tutti.
di Giovanni Botti