La boxe con i suoi personaggi da romanzo e le sue storie da cinema neorealista è stata spesso fonte d’ispirazione per i cantautori, soprattutto quelli americani. Iniziamo questa nuova rubrica che andrà alla scoperta dei punti di contatto tra la musica e lo sport proprio con una canzone di Boxe, “Boom Boom Mancini” di Warren Zevon. Il musicista californiano era un grande appassionato di pugilato, uno sport che suo padre aveva praticato come professionista. Contenuta nell’album del 1987 “Sentimental Hygiene”, questa ballata rock racconta la storia di Ray “Boom Boom” Mancini, pugile italo americano (suo padre, anche lui pugile, era originario di Bagheria in provincia di Palermo), campione mondiale dei Pesi Leggeri negli anni ’80 e passato alla storia soprattutto per il drammatico match con il Sud Coreano Duk Koo Kim che resistette 14 riprese alla raffica di pugni di Mancini morendo 5 giorni dopo in Ospedale per lesioni alla testa. Fatto che fece cadere il campione italo americano in una forte depressione.
La ballata di Zevon racconta però anche altri episodi meno drammatici della storia sportiva di “Boom Boom” Mancini. Nel ritornello ad esempio viene citata la vittoria dell’8 maggio 1982 contro Arturo Frias che consentì a Mancini di conquistare il titolo mondiale, mentre in una strofa si ricorda lo spettacolare incontro perso poco tempo prima con Alexis Arguello che però diede al pugile italo-americano la consapevolezza di poter raggiungere grandi risultati.
Mancini perse la corona di campione del mondo nel 1984 contro Livingstone Bramble e successivamente ritentò la scalata al titolo senza successo in un paio di occasioni: nel 1989, sconfitto da Hector Camacho e nel ’92, battuto da Greg Haugen. Chiuse la carriera con un bilancio di 29 incontri vinti e 5 persi. La canzone è stata ripresa in una versione molto più roots e libera dagli orpelli tipicamente anni ’80 dell’originale, dal cantautore Phil Cody, nel suo album tributo alla musica di Warren Zevon.
(Giovanni Botti)