Quando il Sassuolo, dopo la vittoria al Ricci col Manfredonia, conquistò la prima storica promozione in serie B, il capitano Marco Piccioni dichiarò in tono quasi liberatorio, “il prossimo anno, finalmente, saremo sull’album Panini”. E in effetti la storica raccolta dei Calciatori, giunta quest’anno alla sua 53ª edizione, oltre ad essere un mito per grandi e piccini, è per gli stessi giocatori una sorta di traguardo. “Per un calciatore, in passato ma anche oggi, l’essere una figurina Panini è quasi come diventare un giocatore vero è questo è molto bello – spiega Antonio Allegra, direttore del Mercato Italia della Panini – i calciatori oggi sono molto attenti alla loro immagine, alla foto che va sulla figurina, e rimangono assolutamente delusi quando, per criteri editoriali, vengono esclusi dalla rosa che entra nell’album. Pensa che Gianluca Zambrotta, che sul nuovo album ha realizzato una sezione che illustra le tecniche di base del gioco del calcio, conserva ancora nel portafoglio la sua prima figurina. Lui che sull’album Calciatori c’è stato 15 volte e ha avuto sei figurine con la maglia della Nazionale. Evidentemente anche per un campione come lui la figurina ha rappresentato il simbolo dell’essere calciatore”.
Anche i calciatori quindi fanno l’album Panini?
Si, ce ne sono tantissimi. Cito ad esempio Gigi Buffon, che ha dichiarato pubblicamente di fare l’album dei Calciatori e di andare a comprare le figurine in edicola con la scusa di prenderle per il figlio.
Il nuovo album si rifà anche alla tradizione…
Possiamo parlare di innovazione nella tradizione. La copertina, ad esempio, è un omaggio all’album del 1970/71, ma anche un in bocca al lupo alla Nazionale che andrà ai Mondiali. E naturalmente non manca il calciatore in rovesciata che è il nostro simbolo. All’interno poi ci sono gli scudetti in raso che richiamano gli anni ‘70, ma anche figurine dei calciatori che, oltre alla scheda anagrafica, contengono il profilo twitter dell’atleta.
Qual’è la storia della rovesciata da copertina di Carlo Parola?
E’ un disegno fatto dagli artisti Panini in due tempi: il primo negli anni ‘60, il secondo, quello attuale, ad inizio anni ‘70. La foto ispiratrice era stata scattata in un Fiorentina-Juventus del gennaio del ‘50. La cosa interessante è che, quella di Parola, era una rovesciata difensiva, atta a spazzare l’area. Il fotografo la riprese da una buca dietro la porta e riuscì davvero a rendere questo gesto plastico, quasi si elevasse nell’aria. Veramente bello.
Spesso si è parlato di figurine rare. Il famoso Pizzaballa ad esempio era davvero difficile da trovare?
Beh, ad inizio anni ‘60 le tecniche di stampa e mescola non erano certamente quelle di oggi. I fotografi facevano il giro dei ritiri poi, periodicamente, venivano a Modena a portare le foto. Ci risulta che Pizzaballa sia mancato effettivamente il giorno in cui il nostro fotografo andò a riprendere l’Atalanta e che, nella prima tiratura dell’album, la figurina oggettivamente non esistesse. Fu realizzata successivamente. Qualcuno poi ha detto che il buon Giuseppe Panini ogni tanto si divertiva a far scomparire qualche mazzetta di figurine di giocatori importanti, ma qui entriamo veramente nella leggenda.
Oggi continua ad esserci un grande interesse anche per le vecchie raccolte. Esistono ancora figurine degli anni ‘60 o ‘70?
Qualche figurina c’è ancora. Non esiste un database aggiornato, quindi bisogna inviare la propria richiesta alla Panini e il nostro servizio figurine mancanti verificherà la disponibilità. Si tratta comunque solo di pezzi originali. Per scelta non abbiamo mai effettuato ristampe.
Gli album di Antonio Allegra, a quale è rimasto più affezionato?
Io, da collezionista, ho vissuto un periodo magico per le figurine dei calciatori Panini, la metà degli anni ‘70, in cui si sperimentavano tante cose. Quelli quindi sono gli album che mi sono rimasti nel cuore. Un altro che ricordo è “Football Clubs”, uscito nel ‘73, il primo senza calciatori ma solo con gli scudetti delle principali squadre europee. Un album mai più ripetuto.
GIOVANNI BOTTI
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