ATLETICA, L’INTERVISTA A SIMONE COLOMBINI: “LE OLIMPIADI IL MIO SOGNO”

Simone Colombini è nato per fare sport. Cresciuto in una famiglia di atleti (padre calciatore e madre pallavolista), a 13 anni ha cominciato a correre e, da allora, non ha mai smesso. Insieme a Giacobazzi e Bertoni fa parte di quella nidiata di atleti pavullesi che ha fatto le fortune della Fratellanza. Ora fa parte del gruppo sportivo dell’Aereonautica Militare e ha appena partecipato alle Universiadi campane.

Simone, com’è nata la tua passione per l’atletica?
E’ nata nel 2009, quando andavo in vacanza con amici dei miei genitori i quali avevano figli che correvano e che attualmente sono in squadra con me. Vedevo loro correre e, appena tornato a casa dalle vacanze, cominciai anch’io.

Perché secondo te a Pavullo c’è una grande scuola di atletica?
Siamo un gruppo molto unito, anche se negli ultimi anni ci siamo un po’ separati. Però siamo stati sempre molto affiatati e andavamo al campo, oltre che per allenarci, anche per stare in compagnia. Ci stimolavamo a vicenda a far sempre del nostro meglio. Inoltre, Mauro Bazzani (coach di Giacobazzi) ci tiene a continuare a far crescere il movimento a Pavullo, andando spesso anche nelle scuole.

Come mai hai scelto di specializzarti nel cross e nelle 3000 siepi?
Il cross è una disciplina che quasi tutti i mezzofondisti fanno. Poi c’è chi è portato e chi no. A me piace e sono anche abbastanza competitivo. Le siepi, invece, richiedono più caratteristiche da mezzofondista prolungato. Io, avendo una buona mobilità, mi trovo bene. In più, questa gara l’avevo vista per la prima volta in tv alle Olimpiadi di Pechino 2008 e mi aveva affascinato, tanto che quando ho iniziato a correre non vedevo l’ora di potermici cimentare.

Qual è la gara che non dimenticherai mai?
I campionati europei junior del 2015, in cui arrivai quarto contro tutte le attese. Fu la gara che mi permise di sbloccarmi e credere più in me stesso. Dopo fu più semplice affrontare le competizioni.

Le tue gare sono di solito lunghe. Su cosa ti concentri mentre corri?
Dipende dalla situazione, è un aspetto che cambia da persona a persona e da come uno approccia le gare. Per esempio io cerco di andare per gradi, focalizzandomi obiettivo su obiettivo. Mentre corro ci sono alcuni momenti in cui ho difficoltà a rimanere lucido per via della fatica, e quindi penso solo a spingere fino alla fine più forte che posso.

Com’è stata la tua esperienza in America?
Subito dopo aver preso il diploma, sono partito e ho trascorso un anno oltreoceano dove ho studiato scienze informatiche alla Kennesaw State University, nell’area metropolitana di Atlanta. E’ stata una bellissima esperienza, che mi ha aiutato a maturare sia come atleta che come persona, anche se dal punto di vista sportivo ho faticato parecchio per via del cambio di allenamento.

Quali sono i tuo obiettivi futuri?
Le Olimpiadi sono il sogno di una vita, ma Tokyo 2020 è troppo vicina. Cercherò di migliorarmi sempre e sono sicuro che i risultati verranno da sè.

di Mattia Amaduzzi

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.