Le Piovre dell’Acetum Basket Cavezzo accedono ai play off, centrando l’obiettivo stagionale dopo un ottimo campionato in serie B. Decisiva la vittoria di sabato in casa della Libertas Bologna “Adesso ce la giocheremo partita per partita – ci spiega il Dirigente Responsabile Giancarlo Tampellini – gli avversari sono forti ma noi non siamo da meno”
Come si è avvicinato al Basket femminile?
“Quando frequentavo l’università ero già molto interessato allo sport. A quei tempi ero un allenatore di calcio nelle giovanili. A seguito di un infortunio però fui sostituito, e sotto suggerimento di un caro amico decisi di fondare una squadra di pallacanestro femminile qui a Cavezzo. Questo, ormai quarant’anni fa”.
Quali sono le difficoltà nel gestire una squadra del vostro livello?
“Noi siamo in serie B e, nella nostra situazione, le problematiche da affrontare sono diverse. Innanzitutto la necessità di trovare i fondi per svolgere le attività. Secondo me i costi di gestione di una società come la nostra potrebbero essere paragonati a una promozione/prima categoria di calcio. Inoltre, un aspetto fondamentale è gestire adeguatamente lo sport in ambito femminile, in tutte le fasce d’età, considerando che da noi le ragazze arrivano molto presto, a partire dai sei anni”.
Quali sono gli obiettivi di questa stagione?
“Noi abbiamo allestito una squadra che può ben figurare in serie B. Abbiamo appena raggiunto la certezza matematica di partecipare ai play off, dove assieme alle prime tre del nostro girone, incontreremo le altre tre del girone Romagnolo-Marchigiano. Il nostro obiettivo era arrivare ai playoff, adesso ce la giocheremo sul campo”.
Che importanza ha per voi crescere le giocatrici in casa?
“Il settore giovanile è sempre stato il fiore all’occhiello della nostra società. Infatti, dal nostro vivaio, attingiamo a piene mani: stiamo parlando dell’80, 90% delle giocatrici della prima squadra. Ma abbiamo anche rapporti di mercato e collaborazioni con le squadre del territorio. Per esempio nel Finale Emilia giocano diverse ragazze che hanno iniziato da noi, come anche nel Nazareno Carpi”.
Il basket femminile ha un buon seguito?
“Di sicuro non è proporzionato all’impegno che ci mettono le società. Secondo me però, sia la Federazione che la Lega, potrebbero fare qualcosa di più e di meglio, per poter valorizzare questo sport”.
In cosa si differenzia il Basket femminile da quello maschile?
“Sono due sport che hanno le stesse regole, ma che sono completamente differenti. Questo perché nel maschile l’aspetto preponderante è quello fisico. A livello femminile invece è molto più importante la tecnica. Tant’è che noi abbiamo avuto delle giocatrici alte un metro e sessanta che hanno fatto la differenza in A1”.
Qual è il livello del campionato?
“Rispetto agli scorsi anni il livello tecnico si è abbassato. Perché, probabilmente, le società hanno sempre meno mezzi, anche per curare i settori giovanili”.
Avete giocatrici che possono puntare alle categorie superiori?
“Noi abbiamo avuto una giocatrice unica, nata e cresciuta qui, nel nostro settore giovanile, che è la Zanoli. Una campionessa, secondo me ma non solo, che è stata una delle migliori giocatrici degli ultimi 30 anni. Nella squadra di oggi abbiamo almeno cinque o sei ragazze che potrebbero distinguersi anche in categorie superiori”.
FP
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