PALLAMANO, IL RICORDO DI FRANKO MILETA

Per chiunque abbbia masticato un po’ di pallamano il nome Franko Mileta non può assolutamente risultare sconosciuto, in particolare se si è di Modena. Mercoledì sera Mileta si è spento a soli 57 anni nella sua Rabac in Croazia a causa di un male incurabile, lasciando la moglie Bruna e le figlie Ana e Sara. Franko è arrivato in Italia nel 1984, ingaggiato dall’Imola, dopo aver disputato diversi campionati di alto livello nell’ex Iugoslavia e la sua parentesi imolese è durata fino al 1989, quando per la prima volta è approdato a Modena. Con il Gamma Due ottiene subito la promozione in Serie A/1 e nel 1991 lascia la Ghirlandina per tornare nella sua Istria. Ma non si tratta di un addio, bensì di un arrivederci perchè due anni dopo ritorna a Modena, ma questa volta come allenatore.

Nel 1994/95 la compagine modenese retrocede rovinosamente in A/2 e proprio da lì inizia il periodo d’oro del Gamma Due che nel 1995/96 riconquista la A/1 vincendo tutte le partite della regoular season e l’anno seguente arriva fino alla finale scudetto contro la corazzata Trieste. Ovviamente in panchina c’era sempre Franko Mileta con il suo caratteristico baffo. Quella volta Davide non battè Golia e il tricolore rimase in terra friulana, ma per il Gamma Due fu comunque un trionfo; la matricola terribile che nei play-off aveva eliminato a sorpresa squadroni come Teramo e Siracusa, in una pallamano tanto diversa da quella odierna. Al termine della stagione Mileta chiude la seconda esperienza modenese e nel 2002 ritorna a sedersi sulla panchina gialloblu a stagione in corso, prendendo il posto di Inigo Perena. L’anno seguente sarà il primo allenatore della neonata Pallamano Secchia e a fine campionato tornerà definitivamente in Croazia.

Oggi pomeriggio a Rabac ci sarà l’ultimo saluto a un ottimo giocatore, a un grande allenatore, ma soprattutto ad una grandissima persona. Ho avuto la fortuna di conoscere Franko quando ero ancora un bambino e sono cresciuto, per fortuna, in una casa dove si mangiava pane e pallamano da mattina a sera. L’ho sempre visto come un uomo un po’ schivo, che in panchina non smetteva mai di incitare e rimproverare i suoi giocatori e che nel 1997 ha portato il Gamma Due a sfiorare il sogno scudetto. Ma ricordo anche la sua allegria, il suo buonumore, il suo bar a Rabac sul mare che aveva chiamato AS, le iniziali delle sue figlie. Nel 1996 con i miei genitori eravamo in vacanza in Croazia e ogni mattina la tappa da Franko per il suo cappuccino era d’obbligo… Piccoli ricordi, probabilmente banali ma bellissimi per me e per i miei 9 anni… Ciao Franko.

FRANCESCO BEDONI